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Animali

Condizioni disumane, scoperto l’orrore: arrestata l’allevatrice

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Un’allevatrice di levrieri è stata arrestata dopo che è stato scoperto l’orrore: i poveri cani erano tenuti in condizioni davvero disumane.

Uno dei levrieri in gabbia – Ecoo.it

Oltre trenta cani di razza, dei levrieri, tenuti nel suo allevamento in condizioni davvero disumane: per tale ragione, una allevatrice di animali è finita nei guai fino al collo, dopo che l’orrore è venuto a galla. Purtroppo, quando parliamo di allevamenti di cani di razza, non è la prima volta che ci imbattiamo in situazioni davvero al limite o che probabilmente – come in questo caso – il limite lo hanno superato da un pezzo. Ci sono addirittura alcuni casi in cui questi cani, usati per delle corse tradizionali, una volta sfruttati vengono gettati in vere e proprie fosse comuni.

Le immagini delle condizioni disumane in cui venivano tenuti i levrieri: un colpo al cuore!

Episodi gravissimi che ricordano quanto avvenuto negli anni, ad esempio coi beagle, diventati loro malgrado dei cani da esperimenti in laboratorio. Ora arriva la denuncia che ha portato all’arresto di Rebecca Perkins, 42 anni, di Hunmanby Road, nella zona dell’East Yorkshire. Qui gli allevamenti di levrieri sono davvero tanti e c’è davvero un grande rispetto per questi animali, che vengono utilizzati anche e soprattutto durante la stagione della caccia. Anche per tale ragione, vedere le immagini di come questi cani venivano trattati ha inorridito molti.

Levrieri in condizioni disumane – Ecoo.it

La responsabile dell’allevamento in cui è avvenuto tutto questo è stata incarcerata in seguito al ritrovamento in condizioni nauseanti di questi poveri levrieri: i fatti si sono consumati appunto in un canile dell’East Yorkshire. I levrieri sono tra le razze canine a pelo corto gli animali forse più affascinanti ed è riprovevole che vengano trattati in questo modo. Questo ovviamente vale per tutte le razze canine e in generale per tutti coloro che dicono di voler bene agli animali e poi compiono atti davvero sconcertanti come questi.

Ai sensi dell’Animal Welfare Act, la donna di 42 anni è stata ritenuta colpevole dunque di tre reati e per questo deve scontare adesso 36 settimane di carcere, ovvero nove mesi di reclusione, ma non solo: una volta uscita di prigione, verrà bandita a vita dalla possibilità di possedere e allevare animali. Una condanna esemplare per chi si è ritenuto responsabile di maltrattamenti ai danni di cani.

Il racconto di chi ha scoperto quei levrieri in gabbia in condizioni disumane

Alcuni cani ridotti a scheletri – Ecoo.it

Tra gli ispettori, c’è chi ha raccontato di essere intervenuto e di aver visto per primo un levriero nero che giaceva inerme all’interno di una piccola cuccia fatta di materiale plastico, quasi impossibilitato a muoversi. Lo ha poi descritto come in “condizioni vergognose”, ribadendo come fosse talmente ” magro ed emaciato” che il cane “riusciva a malapena a camminare”. Diversi erano i levrieri magri e molto sottopeso in stalle strette e anguste, inoltre è stato rinvenuto lo scheletro di un cagnolino che era lì da un po’ di tempo.

Nel corso del processo, Rebecca Perkins ha ammesso le proprie responsabilità rispetto a quanto emerso nei suoi confronti, ma ha contestualmente accusato il veterinario di non essere mai intervenuto, nonostante le sue chiamate, per verificare lo stato di salute dei levrieri. Nel corso del processo, inoltre, sono emersi un problema di salute e problemi finanziari, che avrebbero impedito alla donna – da tutti nella zona considerata un’amante degli animali – di prendersi cura dei levrieri come avrebbe dovuto.

Purtroppo però le immagini e i racconti di chi è intervenuto parlano chiaro: diversi erano infatti i levrieri in condizioni fisiche molto preoccupanti, davvero tanto magri e con cuscini sporchi sparsi sul pavimento, quindi in condizioni igieniche oltre il limite della decenza. In un punto dell’allevamento, durante l’ispezioni, sono stati trovati i cadaveri, mai rimossi, di alcuni levrieri che non ce l’avevano fatta.

Gabriele Mastroleo

Da sempre attento alle tematiche ambientali, collaboro con organizzazioni e associazioni del terzo settore che si occupano sia di questo tema, che di altre importanti tematiche sociali. La mia unica esperienza di politica rappresentativa è stata la candidatura a consigliere comunale con un partito ambientalista.

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