La piattaforma petrolifera ha subito diverse esplosioni prima di smettere di ardere. 167 uomini hanno perso la vita, e 30 sono dispersi.
È stato il più grave incidente petrolifero del Mare del Nord. La Piper Alpha era posizionata al largo delle coste scozzesi. Le cause che hanno determinato l’incendio, l’esplosione, e la fuoriuscita copiosa di gas e petrolio sono state ricostruite successivamente. Tuttavia, ad anni di distanza, si parla ancora di ipotesi e non di certezze. La petroliera è andata distrutta, per cui è stato impossibile fare i rilevamenti. I sessantuno sopravvissuti hanno fornito una versione dei fatti che può essere leggermente dissimile dalla ricostruzione ufficiale.
Nell’incidente sono morte certamente 165 persone a bordo della petroliera più due che si trovavano su una barca di salvataggio, anch’essa incendiatasi. Altre 30 persone sono disperse, e di loro non si sono avute più notizie. Si può ipotizzare che siano deceduti, dunque le morti arriverebbero quasi a duecento.
Era il 6 luglio 1988. Il lavoro della petroliera Piper Alpha era affiancato dalla costruzione di un nuovo gasdotto. Nonostante la petroliera fosse dotata di sistema antincendio, era stato disattivato per permettere ai sommozzatori di lavorare senza il rischio di essere risucchiati insieme alle acque. Con tutta probabilità, almeno a quanto sostiene la ricostruzione ufficiale, gli interventi di manutenzione che si susseguirono durante la giornata ebbero dei problemi di comunicazione, per cui la valvola di sicurezza venne probabilmente disattivata.
Questa dovrebbe essere la motivazione principale che generò una fortissima perdita di gas, ad una pressione impressionante. Il primo fischio fu avvertito da tutti i presenti, che immediatamente cercarono di risolvere la situazione. Ma invano. Alla perdita di gas seguì prontamente la prima esplosione, a cui seguirono le fiamme, alimentate costantemente dal gas e dal petrolio presenti. I primi uomini persero la vita nell’esplosione. Oltre alle morti per l’incendio, altre sono avvenute a seguito del tentativo di salvarsi gettandosi in mare, da un’altezza di 30 metri e con l’acqua ghiacciata.
L’incendio era tale che i mezzi di soccorso non riuscivano ad avvicinarsi. Una barca ha tentato invano di spruzzare un getto d’acqua molto potente da lontano, anche con il rischio di ferire chi era a bordo. Un’altra, nel tentativo di avvicinarsi, prese fuoco a sua volta e due persone a bordo morirono. La situazione fu aggravata dall’incredibile presenza di petrolio e gas che alimentavano le fiamme. Dopo poco, il greggio presente nella Piper Alpha si sarebbe dovuto esaurire, ed invece no. La piattaforma era collegata ad altre due gemelle, che continuavano ad alimentare la Piper Alpha. I comandanti delle altre piattaforme non avevano ricevuto alcuna istruzione di interrompere il flusso di greggio e gas. E così quasi 200 morti sul lavoro, ed un disastro ambientale di valore inestimabile.
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