Lo chiamano “l’albero della morte”: c’è una cosa da sapere prima di coltivarlo

Ribattezzato come “l’albero della morte”, può essere coltivato in casa e simboleggia l’eternità. Ma cosa è d’obbligo sapere prima di iniziare?

Il tasso comune, noto scientificamente come Taxus baccata, occupa un posto speciale nella lista delle piante accerchiate da antiche leggende. Questo albero sempreverde è avvolto da un’aura di mistero che affonda le sue radici nella mitologia e nella medicina. A volte simbolo di morte, altre volte di rinascita, il tasso ha attraversato i secoli guadagnandosi una reputazione tanto affascinante quanto ambigua.

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Albero della morte, cosa sapere (Ecoo.it)

Il suo legame con la morte non è casuale. Definito spesso “albero della morte”, il tasso è noto per contenere potenti sostanze tossiche, le tassine, che possono provocare avvelenamenti letali. Eppure, questa stessa pianta ha dato un contributo fondamentale alla medicina moderna, dimostrando come la natura sia capace di offrire strumenti preziosi anche quando sembra pericolosa.

Tasso, un connubio di veleno e cura: cosa sapere su di lui

L’origine del nome “tasso” ci porta indietro nel tempo, fino alla radice greca toxon, che significa “arco”, da cui deriva anche la parola “veleno”. Questo antico collegamento tra la pianta e le armi mortali evidenzia il suo ruolo nella storia. In epoche passate, il suo legno era utilizzato per fabbricare archi e lance, ma anche per creare potenti veleni in grado di causare morte improvvisa per paralisi cardiaca o respiratoria.

Eppure, ciò che in passato era visto solo come una minaccia si è rivelato una risorsa insostituibile per la scienza medica. A partire dagli anni ’90, gli estratti del tasso sono stati impiegati con successo nella chemioterapia, trasformando questa pianta da simbolo di pericolo a speranza per la vita. Il paclitaxel, un principio attivo derivato dal Taxus, è oggi un farmaco fondamentale nel trattamento di alcuni tumori, come il carcinoma mammario e ovarico.

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Cosa si nasconde dietro il tasso (Ecoo.it)

Il Taxus baccata si distingue per la sua straordinaria longevità. Questo sempreverde, che spesso raggiunge i secoli di vita, si presenta con un tronco rugoso e una chioma dal verde intenso che conferiscono un’eleganza senza tempo. Non è raro incontrare esemplari secolari nei cimiteri o nei pressi di antiche chiese, dove il tasso è stato piantato per il suo significato simbolico: una presenza silenziosa che rappresenta la transizione tra la vita e la morte.

Albero della morte, un lato oscuro e un lato utile

Le sue foglie aghiformi, morbide al tatto, ricordano quelle dell’abete bianco, ma la vera peculiarità risiede nei suoi frutti. Le bacche rosse e carnose che circondano i semi scuri sono tanto affascinanti quanto insidiose. Gli uccelli, attratti da questi arilli, svolgono un ruolo fondamentale nella diffusione dei semi, contribuendo alla sopravvivenza della specie. Il resto della pianta, però, è velenoso in ogni sua parte, una caratteristica che ha alimentato miti e superstizioni nel corso dei secoli.

Il tasso non è solo simbolo di natura incontaminata, ma anche di versatilità. La sua adattabilità lo rende ideale per la creazione di siepi compatte o per essere coltivato come albero ornamentale, sia in giardini privati sia in grandi parchi. È una delle piante più amate nell’arte topiaria, dove viene modellato in forme artistiche che trasformano il paesaggio in vere e proprie opere d’arte viventi.

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Tasso, il lato utile e quello più oscuro (Ecoo.it)

Nonostante il suo utilizzo ornamentale, la tossicità del tasso non va sottovalutata. Le tassine, miscele di alcaloidi cardioattivi, possono causare gravi effetti collaterali, come tremori, debolezza, difficoltà respiratorie e problemi cardiaci. Questa caratteristica gli ha conferito la fama di albero “doppiamente mortale”, come descritto da Shakespeare nel suo Riccardo II. Eppure, questa tossicità è anche ciò che ha spinto i ricercatori a esplorarne le potenzialità terapeutiche, trasformandolo in una risorsa insostituibile per la medicina moderna.

Il tasso oggi: una pianta spaventosa ma fondamentale

Gli studi scientifici hanno inoltre portato allo sviluppo di tecnologie innovative per sintetizzare i composti attivi del tasso, riducendo la necessità di abbattere esemplari selvatici. Questo ha aperto nuove prospettive per il suo utilizzo, non solo nella cura del cancro, ma anche in altre aree mediche, come il trattamento di malattie autoimmuni.

La sua straordinaria capacità di rigenerarsi lo rende un albero quasi immortale, in grado di sfidare il tempo e adattarsi alle avversità. Questa resilienza è ciò che lo rende un simbolo di speranza, capace di insegnare l’importanza di accettare il cambiamento e affrontare le sfide della vita con coraggio. Nonostante il suo fascino, alcune varietà di tasso, come il Taxus brevifolia, sono oggi minacciate dalla perdita di habitat e dallo sfruttamento intensivo. Fortunatamente, programmi di riforestazione e coltivazione controllata stanno contribuendo a preservare questa pianta unica, garantendo che il suo valore ecologico e medico non vada perduto.

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