Le immagini della lotta tra due scorpioni cannibali è crudele e affascinante, colui che muore viene poi divorato.
Il National Geographic mostra le immagini di due scorpioni in lotta fino all’ultimo sangue. Il documentario, inserito nella serie “Gli animali più pericolosi”, immortala un momento prezioso. Gli scorpioni sono animali nati per combattere, data la struttura aggressiva del loro corpo, sbilanciata in avanti, pronta all’attacco, con il pungiglione sempre in fibrillazione e le chele robuste pronte a colpire.
Le sue pinze, chiamate pedipalpi, sono robuste, le zampe sono ricoperte di peli, sensibili a ogni movimento e che, non appena sfiorati, avvertono che è in arrivo una preda. Gli scorpioni sono macchine da guerra, possono sopravvivere in ogni condizione possibile, anche la più estrema, e non a caso vivono anche in territori impervi, e riescono a vivere anche senza nutrirsi per mesi.
Perché gli scorpioni combattono tra di loro: la lotta e i comportamenti cannibali
Il pungiglione dello scorpione trasmette inquietudine. L’animale usa il pungiglione per immobilizzare la preda, inoculando il veleno. A volte, la preda è un altro scorpione. Come documentato, non è raro che questi animali combattano tra di loro, facendosi forza con le pinze e colpendo con la coda. Gli scorpioni sono animali territoriali e solitari, e detestano quando, nel loro ambiente, si muove un altro esemplare.
Quando uno scorpione entra nella tana di un suo simile, è guerra aperta. Questi animali si sfidano a duello, utilizzando le code come fossero spade. Cercano di immobilizzarsi, utilizzando le zampe, per poi sferrare il colpo con il pungiglione, colpendo il tronco. Se il pungiglione va a segno, penetrando la robusta corazza dell’addome, è morte certa.
Non mangiando cibo solido, gli scorpioni devono sfruttare degli enzimi per scomporre il cibo dall’esterno. In pratica, il vincitore del combattimento, trasforma il nemico in una zuppa, sciogliendolo lentamente, e risucchiandolo. Letale, minaccioso, dall’aspetto che spaventa, in realtà, il mito della pericolosità dello scorpione molto spesso è esagerato.
Le caratteristiche incredibili dello scorpione
Al mondo esistono oltre 2 mila specie, gran parte delle quali non è velenosa per l’uomo. Tra l’altro è stata recentemente scoperta una specie estinta, proprio in Italia, a Milano, con il ritrovamento di un fossile. Tuttavia, la vita schiva e le caratteristiche uniche di questo aracnide, lo rendono estremamente affascinante. Addirittura, gli scorpioni resistono alle radiazioni, perciò riescono a sopravvivere anche in zone radioattive.
I pedipalpi a tenaglia servono per tenere ferme le vittime, mentre il corpo è diviso in due parti. Si tratta dell’addome e del cefalotorace. Quest’ultimo è coperto da un carapace, ossia un guscio, che protegge la testa. La testa è composta da due occhi maggiori e da cinque paia di occhi laterali. Alcune specie, invece, soprattutto quelle delle caverne, sono prive di occhi. L’addome è composto da dodici sezioni, le ultime cinque appartengono alla coda.
Animale complesso, silenzioso e letale (ma quasi mai per l’uomo)
Il più grande scorpione sul pianeta è il “lungacoda”, che raggiunge i 20 centimetri di lunghezza, il più piccolo è il Microtityus fundore, di appena 1,5 centimetri. Milioni di anni fa, esistevano scorpioni lunghi anche un metro, come testimoniano i ritrovamenti fossili.
Una delle caratteristiche più incredibili di questi animali è la luminosità del loro esoscheletro, capace di diventare fluorescente se esposto agli ultravioletti. Sono predatori notturni, si cibano di insetti e di ragni, e riescono a percepire la presenza delle prede anche attraverso le vibrazioni del terreno.
Il veleno contenuto nel pungiglione viene inoculato soltanto per uccidere, ed è composto da complesse neurotossine, che bloccano il funzionamento del sistema nervoso. Ogni specie ha la sua miscela di tossine. In generale, nella maggior parte dei casi, è innocuo per l’uomo. Di specie letali per l’uomo ne esistono solo otto su oltre due mila, tutti appartenenti al sottogenere dei Butidi.