L’urbanizzazione caratteristica del nostro modus viventi ha, fra le altre, il pregio di regalare alle specie vegetali un effetto “hang-over”. L’illuminazione nuoce alla loro salute.
Le aree urbanizzate sono al centro della nostra quotidianità, si può dire, anzi, che ad oggi non conosciamo vita umana capace di vivere senza case, palazzi o strutture in cemento che dir si voglia. Ma urbanizzare non significa solamente avere un tetto sulla testa, significa modificare l’ambiente circostante in modo che si adegui alle caratteristiche della Città, differenti da quelle della natura brulla del locus amoenus.
Ebbene sì perché se c’è una capacità che nella nostra specie è spiccata, è quella di rendere il più alienante possibile e ostile alla natura, il luogo in cui si vive, la propria dimora. Oggi fra le conseguente che l’eccessiva urbanizzazione produce contiamo certamente l’innalzamento delle temperature nei centri urbani, l’aria irrespirabile e la totale mancanza di spazi verdi. Protagonista delle città è sicuramente l’illuminazione: come reagiscono ad essa le poche piante sopravvissute al nostro passaggio?
Come diretta conseguenza dell’inospitalità dei centri urbani nei rispetti della natura, si è andata sviluppando nel tempo una progressiva selezione naturale delle specie vegetali. Ciò significa che soltanto alcune piante, le più coriacee, riescono a sopravvivere all’ambiente cittadino che come caratteristiche salienti presenta terreno povero e pressocché inesistente, aria inquinata e luce artificiale.
Ultima frontiera del risparmio energetico, le luci Led sono fra i gadgets più gettonati sul mercato da quando la transizione energetica è divenuta il baluardo della redenzione. Ma, sebbene riduca i consumi energetici, queste luci fanno bene o male alla vegetazione? Alcuni alberi, come Platani e Tigli, sembrano risentire di un particolare effetto causato da queste lampadine.
A quanto pare le luci a led regalano a tigli e platani un effetto “hang-over” capace di rallentare i riflessi della pianta. La ragione? Lo spettro luminoso della luce a led che trova il suo picco nella regione blu. L’azione fondamentale di fotosintesi di questi alberi continuerebbe, cioè, anche dopo il tramonto del sole.
Questa prolungata attività rende più difficile il giorno dopo, per le piante, assorbire le quantità enormi di anidride carbonica disperse nell’aria. Platani e Tigli siti in zone lontane dalla città non sembrano manifestare lo stesso problema. A documentare il fenomeno è uno studio dell’Università di Pisa pubblicato su Science Of the Total Environment.
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