La missione avviata dalla Russia per l’esplorazione della Luna non è andata a buon fine: la sonda lanciata circa due settimane fa si è schiantata sul satellite naturale.
Doveva essere la prima missione della Russia sulla Luna dal 1976, ma purtroppo è fallita. La sonda Luna-25, lanciata su un razzo lo scorso 11 agosto, si è schiantata sulla superficie lunare nell’emisfero Sud nel corso di una manovra poco prima dell’allunaggio.
Quest’ultimo era previsto per lunedì, ma il giorno prima si sono perse le comunicazioni: la sonda avrebbe impattato contro il satellite naturale probabilmente a causa di un problema ai propulsori. Non è, però, ancora chiaro cosa possa averlo provocato.
Domenica scorsa, 20 agosto, la sonda Luna-25 si è schiantata contro la superficie lunare dove sarebbe dovuta atterrare per effettuare una missione di esplorazione del satellite naturale della Terra. A confermare l’impatto l’agenzia spaziale russa Roscosmos attraverso un comunicato.
La sonda, la prima lanciata dalla Russia sulla Luna dal 1976, era partita su un razzo lo scorso 11 agosto dal cosmodromo russo di Vostochny e, dopo essere entrata correttamente nell’orbita lunare, durante le fasi di allunaggio, previsto per lunedì, è improvvisamente precipitata sul satellite naturale. L’impatto, come riferisce la stessa Roscosmos, riporta l’agenzia Ansa, sarebbe avvenuto nell’emisfero Sud all’interno del cratere Pontecoulant G.
L’allunaggio era previsto per lunedì e sarebbe dovuto avvenire sul polo sud, come mai avvenuto prima nella storia. Se tutto fosse andato come previsto, a questa sarebbero dovute seguire altre due missioni di ricerca: Luna-26 e Luna-27 che l’ente governativo russo ha già pianificato.
L’agenzia ha già avviato un’indagine per capire cosa sia accaduto al lander con cui si sono perse le comunicazioni nel primo pomeriggio di domenica. Il direttore generale di Roscosmos, Yury Borisov, in un’intervista al canale tv Russia24, ha affermato che lo schianto sarebbe avvenuto in seguito ad un problema ai propulsori nelle manovre precedenti all’allunaggio: i motori sarebbero rimasti accesi 43 secondi in più rispetto al previsto nelle operazioni per il controllo della discesa.
Rimane da chiarire, però, cosa abbia provocato questo problema che ha poi causato la collisione della sonda. Le ipotesi al vaglio, riporta Ansa, sono quelle di un errore nel software o di un guasto della valvola per lo spegnimento dei propulsori della sonda.
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