I lombrichi potrebbero essere la soluzione per la crescita di colture nello spazio destinate al cibo degli astronauti. Lo studio
Nonostante siano animali che all’uomo destano un senso di ribrezzo, i lombrichi sono tra i più preziosi per l’agricoltura. La loro presenza ed attività è sintomo di fertilità e benessere del suolo. Quando il terreno è arido, i lombrichi non ci sono. E questa infomazione può essere utile anche per dei risvolti inaspettati sull’attività dei lombrichi. Essi sono non solo un sintomo del terreno sano, ma lo sanano con le loro attività. Dunque da questo presupposto si può pensare di inserire i lombrichi per riprodurre forme di vita nei terreni considerati poco ospitali.
E quale miglior occasione se non quella dello spazio? Una delle problematiche principali delle missioni è il cibo degli astronauti. In questo modo si potrebbero in futuro – non troppo lontano – implementare delle colture che producano alimenti. A partire dai lombrichi. Questo è il risultato di uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Heliyon e realizzato in collaborazione tra l’Istituto di BioRobotica, con Cesare Stefanini e Donato Romano, e il Centro di Ricerca in Scienze delle Piante con Chiara Pucciarello. È stato coinvolto anche il Gran Sasso Science Institute (GSSI).
Si pensa in particolare alla Luna, ed alle missioni sul satellite più vicino alla Terra. La novità della ricerca sopra citata, è che i lombrichi potrebbero sopravvivere anche in condizioni estreme come quelle lunari. In questo modo si fertilizzerebbe il suolo e lo si potrebbe predisporre per delle colture. L’esperimento ha rilevato che i lombrichi sono in grado di vivere e riprodursi su un pezzo di regolite lunare. In questo modo si potrebbero avere degli alimenti freschi per gli astronauti.
Mentre la Nasa annuncia la presenza della prima donna in missione sulla Luna nel 2024, rimane aperto il problema delle lunghe permanenze, e dello stivaggio degli alimenti, che può essere scarso o comunque non sufficiente per un apporto sano al corpo. Di conseguenza questo studio potrebbe essere risolutivo. La possibilità di coltivare direttamente sulla Luna, e dunque poter approfittare di prodotti freschi che si producono in loco sarebbe ideale. Ed i lombrichi ancora una volta arrivano in soccorso.
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