Arriva un’importante conferma al di sotto della superficie lunare: perché i tunnel scoperti sono importanti.
Nel giorni della Luna del Cervo la notizia della rinnovata scoperta dei tunnel lunari ha generato molta curiosità nei cultori di astronomia in tutto il mondo. Già dopo la metà del secolo scorso una prima supposizione dei ricercatori aveva messo in luce la possibilità riguardante l’esistenza di gallerie lunari sotterranee.
La conferma arriva – ora – a distanza di cinquant’anni delle prime ipotesi formulate dagli studiosi. Una ricerca italiana va oltre le teorizzazioni approfondendo alcuni importanti dettagli riguardanti l’esistenza di alcune gallerie che si trovano al di sotto della superficie lunare.
Il nostro fondamentale satellite naturale, dopo aver fatto in modo che milioni di persone alzassero gli occhi al cielo contemplando la maestosità del suo apparire totalmente, almeno da una prospettiva terrestre, ha infine rivelato – grazie a un occhio attento dei ricercatori internazionali – un’importante scoperta sul suo conto. Ad avvalersi del primato della scoperta sarebbe stato un gruppo di ricercatori dell’Università di Trento.
L’ipotesi dei tunnel lunari a cui i ricercatori hanno dedicato la loro attenzione pare siano stati prodotti in passato da colate di lava e dunque si tratterebbe di tunnel vulcanici. I primi risultati dello studio sono stati pubblicati in queste ore, assieme ad alcune immagini (vedi sotto), in qualità di una conferma piuttosto definitiva sulla loro esistenza oltre la superficie.
In seguito all’inizio di una nuova era geologica, quest’anno la Luna avrebbe mostrato più nei dettagli i risultati delle colate laviche che circondavano la luna più di cento milioni di anni fa. Queste colate avrebbero dato alla Luna il suo attuale volto, mostrando a noi la forma dei suoi crateri e – attualmente – anche delle sue gallerie al di sotto della loro superficie, similmente a quanto accaduto anche sulla Terra con le più violente eruzioni di vulcani come l’Etna.
Le argomentazioni degli scienziati vertono, in particolare, su uno dei condotti scoperti a una decina di metri di profondità dalla superficie della Luna. Le primissime immagini che avrebbero fatto supporre con maggior certezza l’esistenza di questi tunnel “svuotati” pare risalga al 2010-2011, quando la Nasa – nel corso di una missione – ha scattato alcune immagini piuttosto ravvicinate della superficie lunare.
Si presume che questi tunnel rocciosi – osservati oggi ancor più da vicino dal rover lunare cinese “YUTU 2” potrebbero rivelarsi molto utili allo svolgimento di future missioni sul satellite.
La possibilità di permanere momentaneamente all’interno dei tunnel durante la visita degli esseri umani sul satellite permetterebbe a questi ultimi di limitare, anche se parzialmente, i principali pericoli attualmente evidenziati dai ricercatori. Specialmente per quel che riguarda le estreme temperature registrate sulla superficie lunare.
Si presume che seguiranno presto, a queste ultime scoperte, alcuni sopralluoghi all’interno dei tunnel grazie ai radar messi a disposizione dalla Nasa.
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