Sulla Luna è stato scoperto un deposito di acqua insospettabile grazie all’analisi di una serie di campioni riportati sul nostro pianeta da una missione cinese. Perché si tratta di una scoperta importante per il futuro dell’esplorazione spaziale?
I confini dell’esplorazione di domani sono i confini dello spazio che conosciamo. Ma esattamente come i primi esploratori si sono lanciati con un set di conoscenze limitate e risorse altrettanto ridotte alla volta di continenti spesso solo immaginati, anche nel momento in cui gli esseri umani decideranno che è arrivato il momento di viaggiare nello spazio avranno da affrontare una serie di problemi tra cui quello dell’approvvigionamento di risorse, prima fra tutte l’acqua.
Il problema dell’acqua nello spazio, sia per garantire agli astronauti e alle astronave i mezzi di sopravvivenza sia per ipotizzare vite in luoghi lontanissimi da noi, viene affrontato a più riprese e ogni volta che da qualche parte si rintracciano ghiaccio o elementi che fanno pensare alla presenza di acqua tutta la comunità scientifica fa un netto passo avanti. È il caso delle scoperte che sono state diffuse di recente dagli studiosi cinesi che hanno potuto esaminare alcuni campioni riportati sulla Terra a seguito di una missione lunare del 2020. Scoperte che potrebbero anche allargare il campo di esplorazione e consentire a tutta la comunità scientifica di cercare e trovare acqua altrove.
La scoperta estremamente importante oggetto dello studio riguarda 32 perle di vetro che sono state rintracciate ed esaminate in maniera del tutto casuale dai campioni di terra lunare riportati sulla Terra dalla missione Chang’e 5. Queste 32 piccolissime perle di vetro, alcune delle quali misurano come un capello mentre altre hanno diametro ridotto ma comunque un po’ più sostanzioso, sono il risultato di un impatto di meteoriti sulla superficie lunare. Su tutta la superficie del nostro satellite naturale se ne stima la presenza nell’ordine di miliardi.
Ma cosa c’entrano sfere di vetro microscopiche con l’acqua? Gli scienziati della Università di Nanchino hanno scoperto che all’interno di queste minuscole perle di vetro, formatesi per il calore elevatissimo sprigionato dall’impatto del meteorite sul suolo lunare, è rimasta intrappolata una quantità infinitesimale di acqua. Ma pur sempre acqua. E tenendo conto della quantità enorme di queste perle ripiene d’acqua c’è effettivamente la possibilità di avere il prezioso liquido azzurro anche sulla Luna.
I sistemi con cui da queste perle di vetro potrebbe essere possibile estrarre l’acqua al momento allo studio sono diversi. E lo studio di queste perle di vetro conferma anche ciò che fu riportato sul nostro pianeta dagli astronauti che toccarono la Luna durante la famosa missione Apollo. Anche se i reperti della famosa missione di Neil Armstrong erano da attribuire alla attività vulcanica del nostro satellite e non agli impatti dei meteoriti. A questa scoperta si aggiunge inoltre la possibilità che il Polo Sud del nostro satellite, che si trova perennemente al buio, possa nascondere ghiacciai simili a quelli del nostro polo sud e polo nord.
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