La ricerca spaziale è arrivata a creare un nuovo carburante per consentire agli astronauti di vivere più a lungo sulla Luna: vediamo insieme i dettagli
La ricerca spaziale è in continuo divenire e sta facendo passi da gigante in prospettiva di un futuro sempre più prossimo nel quale sarà possibile implementare sempre più le missioni spaziali. La visione è quella di sfruttare lo spazio e le incredibili opportunità che offre per aiutare la vita sulla Terra. Dalle missioni su Marte alla Space Economy un turbinio di progressi scientifici che mirano al trasferimento di tecnologie dallo spazio alla Terra e dalla Terra allo spazio. Una sorta di “do ut des” interstellare che possa portare benefici terrestri. E’ un momento storico in cui la ricerca nello spazio è quanto mai ancorata alle problematiche del nostro Pianeta.
Del resto l’interconnessione tra spazio e Terra è nota da tempo e molte delle cose nella vita quotidiana di ognuno di noi dipende dal cosmo. Le telecomunicazioni satellitari, il monitoraggio dell’atmosfera e della stessa Terra, la gestione di emergenze naturali e molto altro sono direttamente proporzionali ai progressi scientifici spaziali. Molti gli investimenti e i progetti legati allo spazio che hanno profonde ricadute nello sviluppo delle economie e della crescita delle nazioni coinvolte. L’astronautica attuale è sempre più concentrata su ambiti medici, scienza dei materiali, della propulsione, della ricerca di energia alternativa per la vita sulla Terra e nello spazio.
Nell’ambito della ricerca spaziale gli scienziati del Nuclear Futures Institute dell’Università inglese di Bangor hanno sviluppato una nuova e promettente fonte di energia adatta alla vita possibile futura sul nostro satellite. Si tratta di microcelle a combustibile nucleare capaci di generare una considerevole quantità di energia. L’idea è quella di supportare più a lungo la vita di un equipaggio che potrebbe vivere su una futura base lunare. La Luna come base per le missioni spaziali è una ipotesi non molto distante dalla realtà. La collaborazione tra più enti ha determinato progressi incredibili e molto importanti per il futuro nello spazio.
Si chiama Trisofuel, è grande come un semino di papavero, ma potente e in grado di generare energia per alimentare un microgeneratore nucleare creato dalla Rolls Royce. Il dispositivo è portatile e potrà essere agganciato alle navicelle o ai razzi spaziali con poco ingombro. Lo strabiliante gioiello scientifico potrà avere delle applicazioni anche sulla Terra, in frangenti particolari come nei luoghi di disastri in sostituzione e a supporto dell’energia elettrica locale.
Si potrebbe definire il carburante spaziale, poiché Trisofuel è candidato a rivoluzionare il settore della ricerca. Le sue potenzialità di applicazione sono enormi e potrebbero un giorno aprire la porta verso viaggi spaziali più veloci dimezzando le tempistiche attuali. L’alimentazione dei razzi, grazie al nuovo combustibile nucleare sintetizzato nelle microcelle, metterebbe letteralmente le ali ai razzi destinati alle missioni spaziali, permettendo di coprire la stessa distanza nella metà del tempo. Lo spazio è sempre più vicino, dunque.
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