Lune di Urano, una scoperta incredibile quella posta in essere dalla comunità scientifica e che eleva a probabile la presenza di oceani: l’ipotesi è che possano essere abitabili.
La comunità scientifica è arrivata ad un punto cruciale: almeno quattro lune del pianeta Urano ospiterebbero (questa è l’ipotesi) grandi oceani liquidi con temperature potenzialmente abitabili. La NASA è giunta a questa conclusione dopo aver rianalizzato le informazioni raccolte dalla sonda Voyager 2 che ha esplorato il pianeta nel lontano 1986 e dopo aver lavorato questi dati con modelli matematici ad hoc ha tratto questa conclusione.
I ricercatori hanno sfruttato dati che derivano anche da osservazioni terrestri. Nel cuore di Titania, Oberon, Ariel e Umbriel le quattro lune più grandi del pianeta potrebbe esserci calore a sufficienza per garantire l’esistenza di questi enormi bacini nascosti. Oceani sotterranei profondi anche decine di chilometri.
La scoperta proviene da un team di ricerca statunitense guidato da scienziati del Jet Propulsion Laboratory e del Goddard Space Flight Center della NASA, che hanno collaborato con i colleghi del SETI Institute, del Dipartimento di Scienze Planetarie del Massachusetts Institute of Technology.
I ricercatori, guidati dalla dottoressa Julie Castillo-Rogez, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver rielaborato i dati della sonda Voyager 2 che risalgono – come già anticipato – a circa 40 anni fa. Le due lune più grandi, Titania e Oberon, avrebbero degli oceani profondi meno di 50 chilometri ed è propenso per ospitare delle forme di vita. Ariel e Umbriel sarebbero inferiori ai 30 chilometri gli oceani. Queste lune potrebbero rilasciare un liquido caldo e favorire temperature superiori sotto la crosta ghiacciata. Miranda infine sarebbe troppo piccola per trattenere il calore interno.
Oceani che potrebbero essere ricchi di cloruri e ammoniaca, note queste sostanze per le loro capacità di antigelo, un dettaglio positivo per il mantenimento degli oceani nascosti. “Se gli oceani sono mantenuti da antigelo, come ammoniaca e cloruri, la loro conducibilità elettrica può essere prossima allo zero. In questo caso, la rilevazione di un campo magnetico indotto in questi oceani sarebbe impegnativa”, questo è solo uno stralcio di quanto indicato dagli scienziati sul punto.
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