Due lupi verranno uccisi per effetto di un decreto della provincia autonoma di Trento. L’Ispra dà il suo parere favorevole, e sembra che non ci sia molto da fare.
A quanto pare gli animali selvatici ora sono diventati un problema davvero grande in Trentino. Dopo la questione degli orsi, che è terminata con l’assoluzione di JJ4, ora ci si sposta sui lupi. Ovviamente una Regione ricca come il Trentino non può rischiare che il ripopolamento del branco dei lupi metta a repentaglio l’attività della pastorizia. Per cui è stato emanato un decreto ad hoc dalla provincia autonoma di Trento, che ha deciso l’uccisione di due esemplari di lupi. A caso. Solo per ‘sfoltirne’ la portata.
Le associazioni animaliste hanno fatto appello al Tar locale per sospendere l’esecuzione. Tuttavia il Tribunale Regionale ha respinto la richiesta. Anche perché le forze legislative sono ridotte. Difatti non si tratta di un’ordinanza, più facilmente impugnabile, ma di un vero e proprio decreto.
Che richiede nell’Altopiano di Lessinia, tra il Veneto ed il Trentino, l’abbattimento “del numero massimo di 2 esemplari di lupo del branco gravitante nell’area di Malga Boldera, per prevenire danni gravi all’allevamento, con contestuale perdita per il comparto dell’economia di montagna e conseguente riflesso negativo sui servizi ecosistemici connessi all’attuale assetto silvo pastorale”.
Facciamo un passo indietro. Il Trentino orgogliosamente è ricco di pascoli ed allevamenti allo stato brado. Da quando 11 anni fa sono stati introdotti nuovamente i lupi nella Regione, sono state trovate delle soluzioni piuttosto efficace per conciliare la convivenza tra predatori e predati. Un ampio recinto di 64 ettari messo in opera nel 2018. Con dei fili elettrificati nel basso per dissuadere i lupi ad entrare e predare i bovini ed ovini. Nell’ultimo periodo ci sono stati episodi di predazione, ma non così consistenti da giustificare l’abbattimento forzato.
Sono ben 11 anni che animali da pascolo e lupi convivono, con delle perdite accettabili. Si ricorda che per la convenzione di Ginevra i lupi sono specie protetta. Per cui è ancora più incomprensibile come l’Ispra, l’istituto superiore di protezione e ricerca ambientale, abbia dato il via libera all’abbattimento. A parere dell’ente sono stati seguiti tutti gli iter corretti. Per l’uccisione di animali selvatici, programmata da una regione o ente locale, si devono soddisfare le seguenti condizioni: gravi episodi di predazione. Misure alternative non funzionanti. Nessun pericolo per la specie.
Questi tre presupposti le associazioni animaliste sentono di smentirli. Innanzitutto ci si trova nella stagione dell’allevamento dei cuccioli di due mesi circa. In conseguenza all’uccisione di due esemplari giovani adulti si potrebbe compromettere irrimediabilmente la prole. Le misure alternative non sono state tutte intentate.
L’associazione iononhopauradellupo.it, la quale esprime un’opinione ragionevole, in quanto non ha come tabù l’abbattimento di per sé come strumento extrema ratio, sostiene che in questo caso le condizioni non sono state soddisfatte. Diverse altre azioni possono essere intentate prima dell’abbattimento. E la specie del lupo, che nella Lessinia conta un branco da 3 esemplari giovani adulti ed almeno 3 cuccioli, potrebbe estinguersi dopo l’uccisione di due esemplari. Non ci sono motivazioni reali per portare avanti un gesto tanto crudele. Questo articolo, oltre che informativo, è un appello per bloccare la persecuzione degli animali selvatici, e per conferirgli il giusto diritto che meritano: quello di vivere indisturbati.
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