Nel 2024 a Macerata arriverà una pista ciclabile progettata nel segno del turismo sostenibile, che però sta facendo molto discutere. Scopriamone il motivo.
Cinque percorsi ciclabili realizzati con un finanziamento da tre milioni di euro. Questo l’intervento previsto nell’area di Macerata: nel capoluogo delle Marche si sta lavorando per dare vita a percorsi che si estendono per 40 km e che collegano i fiumi di Potenza e quello di Chienti.
Si tratta di un imponente progetto nel segno del green o almeno così all’apparenza. Infatti, l’intervento è finito al centro del mirino: alcuni guardano con preoccupazione alle sue conseguenze sul territorio, puntando il dito contro l’iniziativa per il fatto di non essere così sostenibile come è invece millantato. Scopriamo maggiori dettagli su questo acceso dibattito.
Entro il 2024 la novità a tema ciclabile vedrà la luce nel marchigiano. Tra le vallate di Potenza e Chienti si dipaneranno diverse piste, il cui scopo è quello di valorizzare il paesaggio nella zona, dando la possibilità di scoprirlo pedalando tra le sue bellezze naturali.
Per finanziare i nuovi percorsi ciclopedonali di Macerata sono stati sborsati immensi finanziamenti, pari a tre milioni di euro. La volontà delle amministrazioni locali è quella di promuovere nella regione, attraverso queste ciclabili, il turismo sostenibile (approfondisci qui maggiori dettagli e novità di questo approccio green), rivalutando gli angoli verdi del territorio ricco di bellezze paesaggistiche.
Inoltre lo scopo di questo immenso progetto è quelli di attrarre gli appassionati delle due ruote, aumentando i traffici turisti della zona. Malgrado le finalità positive del progetto, c’è chi non lo ha condiviso, puntando il dito su alcuni aspetti critici celati al suo interno. Il dibattito si intensifica, eccone i dettagli.
L’elemento centrale nelle critiche contro il progetto dei nuovi percorsi ciclabili di Macerata è il fatto che la loro costruzione implica 300 espropri. Inoltre molti dei proprietari dei terreni che saranno attraversati delle piste non sono stati informati sulla novità in arrivo, scoperta da tanti solo attraverso il passa parola.
Inoltre per la sua costruzione non sono stati usati percorsi già esistenti, ma se ne sono stati costruiti ex novo finendo nella sottrazione del suolo, sacrificando così gli ecosistemi della zona già molto delicati, vista la vicinanza con i corsi d’acqua.
Per chi punta il dito contro il progetto, questo sarebbe stato sostenibile se le ciclabili fossero state create da tracciati in disuso o stradine già esistenti.
Altro problema è il fatto che le nuove “autostrade ciclabili” fanno irruzione nella natura, aumentando l’inquinamento acustico (leggi qui per scoprire altri dettagli su questo tipo di inquinamento e come proteggersene). I rumori delle ruote sull’asfalto possono arrecare danni alla quiete in cui è immersa la fauna del luogo.
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