Sono passati più di 500 anni, per la precisione 502, ma il giorno è lo stesso: il 16 marzo 1521 Magellano scoprì l’arcipelago delle Filippine.
Stando alle cronache e ai resoconti di Pigafetta, che viaggiò assieme all’esploratore Ferdinando Magellano nel ‘500, il 16 marzo del 1521 (502 anni fa) fu scoperto l’arcipelago delle Filippine. All’epoca Pigafetta ribattezzò il luogo di approdo raggiunto dopo mesi di lunga traversata del Pacifico come Arcipelago de San Lazaro. Nel giro di 20 anni, però, gli Spagnoli gli cambiarono nome in onore del principe Filippo.
A colui che poi diventò il re Filippo II di Spagna si deve il nome di quelle che oggi chiamiamo isole Filippine, che a partire dai primi del ‘500 hanno conosciuto una lunghissima dominazione spagnola durata fino alla fine dell’800. Ma qual è l’isola in cui la spedizione di Magellano approdò all’epoca? Ad oggi ancora si dibatte su questo argomento, soprattutto all’associazione Pigafetta 500, che si è attribuita il compito di trovare una risposta a questa domanda.
Secondo alcuni si tratterebbe dell’isola di Samar, o forse di Homonhon o di Suluan che si trovano leggermente più a nord rispetto alla prima. Qualunque sia la risposta, ciò che è certo e che Pigafetta dovette prendere il timone della spedizione quando Magellano rimase ucciso in un combattimento con la popolazione locale.
Poi, al ritorno in patria, Andrea Pigafetta consegnò all’imperatore Carlo V (colui che aveva finanziato la spedizione in Oriente) la sua relazione di viaggio, ma quest’ultimo decise di disfarsene. Alcuni pensano che la sua fu una decisione tattica, dovuta alla necessità di non divulgare in alcun modo informazioni relative alla scoperta di nuovi territori. Da cui negli anni successivi furono prelevati tesori e ricchezze.
Fatto sta che Pigafetta decise di riscrivere tutto e pubblicare la sua relazione, la stessa che oggi si può consultare. L’esploratore che viaggiò assieme a Magellano è sicuramente meno conosciuto di quest’ultimo, di lui non si conosce nemmeno la data di morte, ma i suoi discendenti hanno deciso di dedicargli numerosi omaggi. Tra questi un vino rosso prodotto a Rovolon, dal nome Il vino del navigatore.
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