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Mangia delle vongole e si ritrova paralizzato

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Mangia delle vongole raccolte in spiaggia e le conseguenze sono traumatiche. Si risveglia paralizzata, con difficoltà nel parlare e respirare

Mangia delle vongole e rimane paralizzata
Vongole (Foto Pixabay)

La città turistica di Maketu si trova in Nuova Zelanda. Bagnata dall’Oceano Pacifico, è chiamata la Baia dell’Abbondanza, grazie al gran numero e varietà di fauna e flora che abita il posto. Poco distante si trova la foce del fiume Kaituna, dove si possono ammirare tantissime specie vegetali ed animali che arrivano in mare grazie alle correnti subacquee.

Ed è proprio sul litorale di Little Wahi, nel comune di Maketu che una donna ha vissuto un’esperienza traumatica che decide di raccontare solo oggi a distanza di anni. Infatti nel 2014 decide di mangiare delle vongole trovate sulla spiaggia. Le conseguenze hanno terrorizzato Kim, non riuscendo più a muovere il suo corpo paralizzato e avendo enormi difficoltà nel parlare e nel respirare.

Mangia delle vongole raccolte in spiaggia, traumatico ciò che accade

Conchiglie spiaggia (Foto Pixabay)

Dopo aver trascorso un pomeriggio in spiaggia nel quale raccoglie delle vongole, Kim Taia decide di mangiarle, non aspettandosi assolutamente la reazione del suo fisico. Il corpo era paralizzato, non riusciva a respirare e neanche ad articolare parole. Portata immediatamente in ospedale, i referti medici hanno riscontrato alla base del malessere le vongole che a quanto pare erano contaminate dal “veleno paralizzante dei bivalvi“, tossina marina idrosolubile che viene sintetizzata da delle alghe microscopiche.

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Questa tossina, una volta che entra in circolo nel corpo si scompone e rilascia tutte le sue componenti. I sintomi possono essere vari come formicolio, paralisi respiratoria, intorpidimento delle labbra, difficoltà nel parlare. Nei casi più gravi può anche portare alla morte. Fortunatamente Kim, non appena ha capito che qualcosa non andasse ha subito avvisato il figlio che immediatamente l’ha soccorsa e condotta in ospedale. Per la tossina non c’è un antidoto, ma con l’aiuto di un respiratore si potrà resistere fin quando la tossina non lascerà il corpo e la ripresa sarà totale.

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La mia testa ha iniziato a intorpidirsi e mi sentivo stordita. Non riuscivo a parlare chiaramente e mi chiedevo cosa stesse succedendo” racconta la donna alla stampa locale “poi ho iniziato a perdere la sensibilità alle mani e alle braccia, respiravo a fatica. Credevo sarei morta“. Un vicenda incredibile che però ricorda quanto nonostante possa essere rara ha visto vittima più di qualche persona.

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