L’inquinamento delle acque sta avendo effetti devastanti sulla natura ed è evidente soprattutto quando le acque marine della nostra penisola registrano avvistamenti di animali rari. È dello scorso mese l’avvistamento di un esemplare raro di manta gigante, al largo della costa ligure. Si tratterebbe di un animale appartenente alla specie tropicale Mobula mobular, rarissima e protetta, tanto che per la sua sopravvivenza non può essere avvicinata, toccata o molestata.
Stando a quanto sottolineato dall’ISPRA, quest’animale appartiene a una specie ad alto rischio estinzione e iper-tutelata dalla Convenzione di Berna sulle specie di animali protetti, essendo altamente vulnerabile.
Questo animale non è per nulla pericoloso per l’uomo, non essendo aggressiva se non l’aculeo posto all’inizio della coda e che usa per difendersi. L’uomo, invece, è un vero pericolo per questo povero animale, che sebbene sia tutelato dalle leggi, non vive in sicurezza.
È severamente vietato o infastidire l’animale sia per i bagnanti che si spingono al largo delle coste liguri o chi dovesse incontrare il pesce navigando per mare, è l’invito proibitivo emesso dai ricercatori dell’Istituto. Pertanto se siete curiosi, accontentavi di vederlo in una delle tante foto che girano sul web ancora negli ultimi giorni.
Quello dell’avvistamento della manta gigante si tratterebbe di un evento eccezionale.
L’ultimo avvistamento risale allo scorso anno, quando nelle acque di Palma, a Reggio Calabria, era stato avvistato un gruppo di manti giganti da alcuni istruttori di nuoto che si erano spinti al largo. Sono rari solo per il fatto di essere pesci tropicali e quindi non dovrebbero essere presenti nel mediterraneo.
Questi pesci, parenti lontani degli squali, hanno abitudini semi pelagici o pelagici, ovvero vivono in alto mare e sono soliti muoversi in gruppi di 3 o 5 individui.
L’esemplare sparisce verso l’interno delle acque per poi riapparire lungo le coste savonesi, quasi a giorni alterni, come successe in passato con altri esemplari rari di delfini, un pescecane, una balena, proprio lo scorso anno.
L’avvistamento di questi pesci nel Mediterraneo fa pensare, erroneamente, che le acque del nostro mare siano sane, ma la realtà dei fatti conferma, invece, l’opposto. Se il processo d’inquinamento manterrà i ritmi attuali, nel giro di 30 – 40 anni il Mediterraneo sarà un mare morto, come evidenziato da recenti ricerche francesi che lo hanno definito una discarica quasi simile ai minestroni di spazzatura dell’Atlantico e del Pacifico.
Foto di Greenme
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