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Sostenibilità

Mare, come riconoscere se l’acqua è pulita o sporca

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Ecco alcuni segnali che permettono riconoscere il livello di inquinamento del mare. Segni chiari e indistinti che ci devono far preoccupare

come valutare se il mare è pulito o sporco
Mare (Foto Adobe)

Interrogando un bambino, anche dell’asilo, sul colore del mare lui vi risponderà che è azzurro o celeste. Due colori che rappresentano la limpidezza e bellezza delle vaste distese di acqua salata. C’è un però: questi colori non si riscontrano con la realtà. E’ solamente parte dell’immaginario collettivo, visto che i fatti sono molto diversi. Il mare, infatti, è quotidianamente maltrattato da noi essere umani con atteggiamenti irrispettosi.

Da decenni, infatti, è questo è diventato una specie di sversatoio. Una discarica che ha causato incredibili danni sull’ecosistema e ripercussioni, poi, sulla salute dei bagnanti. Alcuni danni sono facilmente individuabili come le distese di plastica o le chiazze di petrolio). Ma quando questi effetti collaterali non dovessero essere visibili, per valutare lo stato di salute del mare, e quindi stabilire se è pulito o sporco, ci sono dei segnali inequivocabili.

I segnali per capire se il mare è pulito o sporco

Mare (Foto Adobe)

Sono innumerevoli i segnali per compiere un autovalutazione sullo status dell’acqua del mare. Il primo segno da individuare è la presenza di alghe tossiche come la Ostreopsis Ovata. Questa, seppure di origine tropicale, negli ultimi anni si è diffusa anche nel Mediterraneo. La presenza di questo organismo in mare è segnalata da alcuni fenomeni come la superficie dell’acqua lattiginosa e iridescente, la formazione di schiuma, i fondali coperti da una patina di colore bruno, e la presenza di stelle marine o ricci senza vita o in precario stato di salute. Quest’alga può causare problemi alla pelle e, grazie al vento, alle nostre vie aeree.

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Altro elemento da controllare è la presenza o meno della schiuma gialla. Uno spettacolo davvero sgradevole dovuto dalla decomposizione delle alghe marine che, grazie alle alte temperature, rilascia una sostanza giallognola e viscosa che il moto ondoso trasforma in schiuma. Questa spuma può causare irritazione alla pelle e agli occhi. Senza dimenticare che potrebbe essere anche il segno dello sversamenti in acqua di fertilizzanti agricoli che favoriscono poi lo sviluppo delle alghe.

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Per quanto poi strano possa sembrare la presenza di un bagnasciuga liscio e perfetto senza conchiglie e fauna selvatica è un segnale tipico che il litorale non gode di ottima salute. La riviera infatti non sarebbe ben ossigenata e, dunque, non popolata da molte specie marine. I motivi? Tantissimi, tra cui le ripercussioni del cambiamento climatico sulla temperatura delle acque. Ma anche la proliferazione dei fertilizzanti che aumentano la presenza delle alghe che si nutrono di ossigeno.

Ma anche…

Tra i fenomeni più tristemente ammirati sulle coste italiane le chiazze di colore bruno che ricoprono lunghi tratti di mare. A causarle l’azione naturale del fitoplancton, come alghe e batteri presenti nell’acqua, favorita dalle elevate temperature della stagione estiva. Per altri invece queste macchie sono figlie di un sistema fognario mal funzionante. A seguito della presenza di queste, spesso, viene imposto il divieto di balneazione dalle autorità competenti.

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Infine l’ultimo segnale di inquinamento del mari deriva dall’acidificazione. Questa è causata dalla presenza di anidride carbonica sempre più consistente e presente nell’atmosfera. L’anidride carbonica, quando si discioglie nelle acque, si trasforma in acido carbonico. Tutto ciò poi comporta una diminuzione del pH con il susseguente pregiudizio per i mitili.

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