Dichiarazioni shock provengono dall’America: a quanto pare a provocare la marea nera nel Golfo del Messico non è stata la BP. O meglio, questa è l’ipotesi a cui si sta indagando il Dipartimento di Giustizia (DOJ). La verità è che non ci sono prove schiaccianti che determinano la piena responsabilità della British Petroleum, dunque, il caso per la legge va riaperto. Tral’altro dopo questa dichiarazione, le azioni della società sono aumentate del 2%.
Peter Hitchens, azionario della Panmure Gordon & Co., è molto fiducioso riguardo questa temporanea sentenza: “Il rapporto della Commissione Nazionale è un altro spiraglio di luce per BP. Non possiamo incolpare solo BP, e comunque non ci sarà una valutazione di colpa grave“. Da qui, siamo sicuri, partiranno una trafila di polemiche – specialmente delle associazioni ambientaliste – che dureranno tutto il tempo della sentenza e oltre, visto che l’incredibile inquinamento ambientale proviene proprio dalle sue piattaforme.
Insomma, quello che è accaduto nel Golfo del Messico sembra una concatenata serie di eventi sfortunat che hanno provocato il disastro ambientale (ricorderete, l’esplosione della piattaforma petrolifera). Forse la società BP, stroncata economicamente, se tutto procede come spera, si potrà risollevare in linea definitiva.
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