La tragedia della Marmolada con il crollo della parete di ghiaccio che ha provocato tanto dolore è frutto del cambiamento climatico, queste le conclusioni di uno studio dell’università di Parma e di Padova
Quando si parla dei cambiamenti climatici e dello scioglimento dei ghiacciai si pensa spesso a situazioni che sono lontane, a volte lontanissime, dalla nostra realtà italiana. Ma secondo un nuovo studio che ha preso in esame ciò che è successo al ghiacciaio della Marmolada, la causa principale del distacco del muro di acqua ghiacciata che ha ucciso 11 persone è da rintracciare proprio nella crisi climatica e nelle temperature registrate nel corso dell’anno scorso.
Per questo motivo lo studio, primo nel suo genere, condotto da due esperti provenienti dall’università di Parma e dall’università di Padova risulta particolarmente importante. Importante non solo per la comunità scientifica, dato che è un’altra riprova che le conseguenze climatiche non sono nel futuro ma nel presente: importante per i comuni cittadini affinché cambi la percezione sulla crisi climatica e sulla necessità di agire in tempi brevissimi.
Quella del 2022 è stata al momento l’estate più calda da quando si raccolgono informazioni di questo tipo. Una situazione che, unita ad un inverno con poche precipitazioni, ha contribuito a creare una situazione che si è poi trasformata nella tragedia che è costata la vita a 11 escursionisti. Che sia stata colpa della crisi climatica lo dimostra ora lo studio condotto congiuntamente dall’università di Padova e dall’università di Parma che ha proprio rintracciato nei pattern di temperatura anomali uniti alle precipitazioni carenti i motivi che hanno portato alla formazione delle fenditure che poi si sono trasformate nel distacco del ghiacciaio.
“Temperature altamente anomale” questo si legge nello studio che è stato pubblicato da Roberto Francese, università di Parma, e Aldino Bondesan, università di Padova, su Geomorphology, hanno provocato il distacco. Le temperature hanno infatti indotto lo scioglimento di una grossa massa di ghiaccio che si è trasformata quindi in acqua e che ha esercitato una pressione che ha poi innescato il crollo.
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Le conclusioni cui sono arrivati gli studiosi italiani si concentrano sul crollo della Marmolada ma possono essere anche letti in prospettiva. I cambiamenti climatici, che si manifestano sempre più spesso e con sempre maggior forza, rischiano di provocare altre situazioni di pericolo andando a trasformare l’ambiente montano in una trappola dal meccanismo sempre innescato. Per chi ancora crede che si tratti solo di un allarmismo insensato, lo studio sul crollo della Marmolada potrà forse servire ad aprire gli occhi e a smettere di negare la realtà.
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