Marte, 2 miliardi di crateri sulla superficie: scopriamo quali sono le ultime scoperte in riferimento al nostro vicino pianeta.
Marte, il pianeta rosso, così chiamato a causa del suo colore, è il pianeta più vicino alla Terra del nostro sistema solare, un mondo arido e privo di vita che racchiude tantissimi misteri. Gli scienziati lo stanno studiando da tantissimo tempo e sono certi che un tempo è stato come la Terra, dunque rigoglioso di acqua e potenzialmente abitabile: difatti, in questi ultimi anni, le sonde spedite laggiù hanno ottenuto dei campioni che hanno confermato le primi analisi. Recentemente sono stati studiati i crateri, che sono presenti in quantità davvero impressionanti.
Marte, scoperta sensazionale: quanti crateri ci sono sulla sua superficie
Stando a ‘scienzenotizie’, un recente studio ha ipotizzato la possibilità che un grande asteroide possa essersi schiantato al suolo, provocando tantissimi altri crateri per un numero prossimo ai 2 miliardi. L’area interessata si troverebbe nell’Elysium Planitia, nei pressi dell’equatore; risalirebbe a circa 2,34 milioni di anni fa. Il cratere Corinto, così chiamato, è stato studiato a causa della presenza di tanto materiale nelle vicinanze del luogo dell’impatto, che si suppone fosse pieno di ghiaccio. I materiali presenti si troverebbero sino a a sud-ovest del cratere, almeno per la maggior parte, mentre ne sono presenti anche al nord. Proprio l’espulsione di questi materiali ha causato tantissimi altri mini crateri che sono stati osservati grazie ai dati raccolti da HiRISE e dalla Context Camera (CTX) sul Mars Reconnaissance Orbiter (MRO).
Crateri su Marte, la spiegazione
Gli stessi sono stati catalogati e studiati, rinominati in cinque diverse “facies”: ognuno di questi conserva delle caratteristiche ben distinte nelle loro zone di competenza. Come riporta il sito, la Facies 0, ossia quella più vicina al cratere principale, presentano delle forme geometriche semicircolari, mentre altre sembrano più lunghe e più strette, probabilmente a causa di qualcosa che sembra sia passato li per definire (nel tempo) la forma attuale. Durante lo studio, si sono resi conto che appaiono molto luminosi dalle immagini MRO. L’intera distesa sembra ricoprire ben 14 km con una profondità variabile di 1-2 km.