La matita che si può piantare. L’innovativa idea eco viene dal Mit di Boston, e può essere uno strumento di riciclo davvero interessante
Quando si parla di riciclo spesso le persone hanno le idee confuse. Anche perché è un concetto omnicomprensivo, affatto nuovo. Nei tempi in cui c’era penuria di materia prima, nulla veniva gettato, ma riutilizzato. La società dell’usa e getta ha dimenticato questo principio, essenziale all’economia circolare. L’ambiente ringrazia, ed anche il portafogli. Sapere di poter dare una seconda chance ad un oggetto ormai non più utilizzabile nella sua veste originaria richiede creatività ed un po’ di lavoro, ma ne vale la pena. Ed è da questo presupposto che dal Mit di Boston nascono le matite che si possono piantare.
La scrittura a mano ormai è piuttosto desueta, ma fortunatamente esiste ancora. Spesso però non è eco compatibile. Le famose penne bic, le più utilizzate, hanno involucro in plastica – anti eco – ed inchiostro all’interno – altrettanto non riciclabile. Diverso è invece il potenziale delle matite fatte in legno che contengono grafite, un minerale naturale presente in natura.
Le matite riciclabili come piante
L’idea è arrivata dal Mit di Boston, dall’intuizione di un gruppo di studenti. Potrebbe essere un’alternativa molto utile alle 135 milioni di tonnellate di penne in plastica che ogni giorno vengono utilizzate nel mondo, e che non possono essere riciclate. Questo tipo di matite sono composte da legno di origine sostenibile, dunque presumibilmente riciclato, e la capsula che contiene i semi è al 100% biodegradabile. Quando la matita diventa troppo corta per essere utilizzata, deve essere capovolta ed inserita nella terra umida. In questo modo, dopo poco tempo, nascono dalle matite dismesse piante e fiori.
I risvolti possibili della ricerca innovativa
Il tentativo di far passare uno strumento quotidiano, come le matite, dalla carta e farlo tornare alla natura è senza dubbio un’idea apprezzabile. Ciò che può rendere perplessi è la reale applicabilità. La penna ha delle peculiarità, come il fatto che la scrittura non possa essere cancellata, che difficilmente può essere sostituita dalla matita, con caratteristiche differenti. In ogni caso il presupposto viaggia nella giusta direzione, quella dell’economia circolare.