I nuovi mattoni bio, risultato innovativo degli scarti della canna da zucchero, sono la novità del panorama degli eco-materiali: scopriamo insieme di cosa si tratta
La transizione energetica in atto nel Pianeta e portata avanti dalla maggioranza dei paesi, si compone di più strategie e tocca ogni settore economico. L’obbiettivo di raggiungere la decarbonizzazione entro il 2050, passa attraverso lo sviluppo di più tecnologie complementari che garantiscano la riduzione delle emissioni di CO2. La ricerca e la scienza sono continuamente al lavoro per trovare alternative green che vadano progressivamente a sostituire lavorazioni e materiali non sostenibili e inquinanti. Uno dei settori più all’avanguardia nello sviluppo di progetti finalizzati alla riduzione dell’impatto ambientale, è quello della bioedilizia, che cerca di dare risposte concrete ed innovative.
Una nuova frontiera del settore costruzioni quella cavalcata dalla bioedilizia, protagonista assoluta dei molti progetti green con tecniche costruttive di ultima generazione. Recupero e riutilizzo sono i cavalli di battaglia su cui poggiano le basi di molti interventi sostenibili, con l’obbiettivo dichiarato di voler abbassare sensibilmente gli impatti negativi degli edifici sull’ambiente. L’attenzione ai materiali ecosostenibili diventa prioritaria nell’ambito delle pratiche costruttive e le soluzioni abbracciano in pieno i dettami ecologici necessari per avviare e perseguire la svolta non più prorogabile della nuova edilizia green.
Tra i progetti del settore edilizio spicca l’interessante proposta della University of East London che, con i suoi ricercatori, dà nuova linfa alla ricerca sui materiali ecosostenibili. L’idea è quella di sfruttare gli scarti derivanti dalla produzione di canna da zucchero, miscelati con i leganti minerali, per creare mattoni biologici a zero impatto ambientale. Si chiama Sugarcrete ed è l’innovativo materiale edilizio che andrà a sostituire il famigerato calcestruzzo tradizionale. Economico e performante il nuovo biomattone si caratterizza per ottime qualità meccaniche, acustiche, ignifughe e termiche. Già sperimentato ha dato ottimi risultati in termini di durabilità, resistenza al fuoco e alla compressione, con un significativa conducibilità termica.
Possono essere sviluppati pannelli isolanti, blocchi leggeri, blocchi portanti, e persino solette strutturali. Senza dimenticare l’indubbio vantaggio di impiegare un materiale di scarto, come quello della canna da zucchero, che si determina in grandissime quantità (600milioni di tonnellate l’anno), altrimenti molto ingombranti e da smaltire in discarica. I bassi costi di produzione completano il quadro, anche per il minor impiego di energia utilizzata per la produzione del promettente materiale edilizio. Inoltre si indurisce più velocemente e contemporaneamente risulta molto più leggero nelle declinazioni dei prodotti finali. La forma degli ecomattoni è poliedrica, consentendo una posa ad incastro a secco, in grado di ridurre drasticamente anche l’impiego di acciaio ed eliminando il problema delle fessurazioni del calcestruzzo tradizionale.
Tutti i vantaggi elencati rendono questo progetto molto utile pensando alle zone di produzione della canna da zucchero. Le aziende locali risolverebbero i problemi di smaltimento del materiale di scarto, fornendo una soluzione costruttiva sostenibile e a basso costo. Due in uno, con la possibilità di sfruttare elementi di scarto, riconvertendoli in materiale edilizio con ottime prestazioni, ma a costi contenuti e soprattutto a zero impatto ambientale. Eco-mattoni per un futuro green, economico e leggero per lo sviluppo di una filiera di bioedilizia innovativa, in grado di sostenere anche le aree del Sud del mondo, spesso costrette ad importare materiali scadenti e costosi, con enormi ripercussioni ambientali.
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