Una guida, stilata di recente da MedReAct (Mediterrranean Recovery Action) ha individuato le specie ittiche più a rischio che popolano il Mediterraneo.
Inquinamento e sovrapesca stanno provocando effetti catastrofici per i mari di tutto il Pianeta e le specie che vivono nelle loro acque. Tra i mari più a rischio ci sarebbe anche il Mediterraneo che bagne le coste di Europa, Nordafrica e Asia occidentale.
Ad evidenziare la situazione attuale di quello che i romani hanno chiamato Mare nostrum, una guida redatta di recente dalla MedReAct (Mediterrranean Recovery Action), organizzazione che da qualche anno si occupa della tutela dei mari e delle specie ittiche. Secondo la guida, ben oltre 30 specie del Mediterraneo sarebbero a rischio estinzione.
Mediterraneo, oltre 30 specie a rischio estinzione: la guida di MedReAct
Di recente, MedReAct, organizzazione indipendente che si batte per la difesa dei mari del Pianeta, ha pubblicato una nuova guida che illustra la situazione del Mediterraneo e delle sue specie.
Nello specifico, come si legge nel report, sarebbero praticamente oltre 30 le specie del Mediterraneo che rischiano di scomparire per sempre entro la fine del secolo a causa della pesca industriale e dell’inquinamento delle acque. Nel dettaglio, secondo l’organizzazione cha riportato i dati del Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite (Ipcc) e le statistiche dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (Iucn), quelle più in pericolo sarebbero la cernia bruna e l’anguilla europea. La prima si è praticamente dimezzata a livello mondiale negli ultimi 34 anni, mentre la popolazione di anguille ha subito un calo del 95% negli ultimi quattro decenni.
Riportando le categorie di rischio dell’Iucn, secondo la guida bisognerebbe intraprendere azioni di tutela per 19 specie in particolare che rientrerebbero nelle categorie più a rischio: “Pericolo Critico”, “Pericolo” e “Vulnerabile”. Oltre ad anguilla europea e cernia bruna, sono state inserite in queste anche il dentice comune, il nasello, la pastinaca, l’aragosta mediterranea, ma anche grossi pesci come la verdesca (squalo azzurro) o lo squalo mako pinna corta.
Purtroppo, le specie in via di estinzione non sono solo quelle che vivono nel Mare Nostrum, sono diversi i pesci a rischio in tutto il mondo.
Gli obiettivi della guida
Oltre alla richiesta di azioni di tutela per questi animali che potrebbero scomparire per sempre, la guida si pone l’obiettivo di educare i consumatori a fare delle scelte più opportune in fase di acquisto del pesce. Quest’ultimi dovrebbe badare maggiormente a quelle specie messe a rischio dall’inquinamento, ma soprattutto dalla pesca industriale che utilizza tecniche di cattura sempre più tecnologiche riuscendo a raggiungere elevate profondità andando ad intaccare la biodiversità marina.
Nonostante i dati allarmanti, difatti, la maggior parte dei pesci che rischiano di estinguersi continuano ad essere presenti sul banchi del pesce di mercati e supermercati.
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