Mediterraneo, come funziona il primo vivaio galleggiante che protegge i coralli

Il Mediterraneo si fa sempre più caldo e i coralli soffrono, per questo a Cipro si è avviato il primo progetto europeo di coltivazione della specie.

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Il primo progetto europeo di coltivazione dei coralli (Ecoo.it)

Non la prima volta che se ne sente parlare, ma è la prima volta che succede in Europa e più precisamente nel Mediterraneo. Si tratta del progetto di salvaguardia dei coralli minacciati dal surriscaldamento delle acque del nostro mare ma anche dal turismo di massa. Un’iniziativa che in altre parti del mondo ha permesso già di salvare specie e barriere coralline e che prevede di coltivare i coralli in un vivaio galleggiante.

Il progetto ha preso il via al largo di Cipro dove i ricercatori del Cyprus Marine e Maritime Institute –che sono a capo del progetto che fa parte del Piano Effective finanziato dall’UE- con l’aiuto di biologi marini esperti provenienti da diverse parti del mondo, si stanno concentrando sullo studio e salvaguardia del Cladocora caespitosa corallo biocostruttore e specie endemica del Mediterraneo.

Vivai galleggianti di coralli, come funzionano e che risultato portano

vivaio di coralli nel mediterraneo
A Cipro è nato il primo vivaio galleggiante di coralli (Ecoo.it)

Ma come funzionano i vivai galleggianti? Intanto si crea appunto un vivaio tendenzialmente utilizzando reti legate a pali e posizionate ad una profondità intermedia. Nel caso di Cipro i vivai sono stati installate in due aree marine protette, nei pressi di Capo Greco, ad una profondità di 15 metri. Qui alla fine di Giugno, una decina di frammenti di corallo sono stati attaccati a dei bastoncini numerati e posizionati sulla rete del vivaio; da ora in avanti saranno monitorati mensilmente dagli esperti.

Il piano è quello di installare un centinaio di frammenti di corallo su ogni vivaio galleggiante per questo caso di studio -ha spiegato alla stampa Louis Hadjioannou uno dei ricercatori del progetto-. Si tratta di uno studio pilota e continueremo a monitorarli in maniera sistematica. Tra un anno sapremo se i coralli stanno bene nei vivai oppure no“. In Cina, ad esempio, si è iniziato a coltivare coralli nel 2009 e ha permesso di ripristinare la barriera corallina in via di estinzione.

Di fatto coltivare coralli nei vivai galleggianti permette di mettersi a riparo da condizioni climatiche estreme e da altri pericoli che tra overtourism e riscaldamento delle acque stanno vivendo livelli di sbiancamento considerati sempre più preoccupanti da diverse agenzie di settore.

Gli altri progetti che hanno funzionato

Se è ancora troppo presto per sapere come andrà a finire per i coralli al largo delle acque di Cipro sicuramente i dati di partenza, rispetto ai progetti simili avviati in altre parti del mondo, sono incoraggianti. Oltre a quello già citato della Cina si segnala il progetto di Titouan Bernincot che a 16 anni ha fondato la Coral Gardens, associazione che coltiva e innesta coralli utilizzando l’AI e strumenti tinformatici per monitorarne la crescita. Il progetto nato nella Polinesia francese dal 2019 si è espanso alla Thailandia e alle Fiji permettendo il ripopolamento di circa 30mila coralli sparsi nei vivai galleggianti dei tre diversi Paesi.