Parlano del problema alcuni produttori di meloni di Sicilia, tra più noti ed esportati nella penisola. Un’eccessiva produzione ha portato alla svendita del prodotto
Esistono delle leggi di mercato che possono andare oltre le logiche del buon senso. Una di queste è la domanda e l’offerta. E quello che sta accadendo con i meloni di Sicilia conferma ancora una volta come le leggi economiche non facciano altro che essere deleterie per l’ambiente, specialmente quando entra in ballo il profitto.
I cambiamenti climatici stanno creando una sovrapproduzione di meloni di Sicilia, prodotti piuttosto ricercati e molto esportati, al punto che i produttori ritengono che gli convenga maggiormente distruggere la produzione piuttosto che venderla. E questo in parte a causa di una domanda nettamente inferiore, ed in parte perché un eccesso di offerta svaluta il prezzo del prodotto.
Ovviamente non si tratta di una protesta, bensì di un’operazione commerciale che evidentemente paradossalmente risulta più conveniente. I produttori di meloni di Sicilia, intervistati da Il Fatto Quotidiano, ritengono che per loro sia più conveniente distruggere la frutta già matura piuttosto che venderla. Infatti, data l’offerta piuttosto alta di quest’anno, a fronte di una domanda nettamente inferiore, il prezzo dei meloni al mercato si aggira intorno ai 40-50 centesimi al kg. Poco tempo fa la cifra era diventata anche inferiore, 10 – 20 centesimi al kg. Quando i produttori stessi dichiarano che il loro costo di produzione si aggira intorno ai 60-70 centesimi al kg. Dunque preferisco distruggerli piuttosto che svenderli, dato che per portarli dai campi fino al mercato ci sono dei costi supplementari, quali il carburante per il trasporto e l’imballaggio di plastica. Costi che vengono risparmiati se il prodotto viene distrutto. Mentre invece i supermercati continuano a portare avanti i prezzi come se questo fenomeno del 2023 non esistesse. Quindi si trovano meloni tranquillamente ad un costo di 2 euro al kg per i consumatori finali.
Quello della domanda e dell’offerta è il principio basilare della legge di mercato. A cui si aggiungono le regole supplementari date dal neo capitalismo e dagli accordi commerciali, compresi gli incentivi all’agricoltura. Sede dei produttori preferisco distruggere i propri meloni già pronti per essere venduti, piuttosto che farli divenire bene di consumo, è evidente che c’è qualcosa nel meccanismo che non va.
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