Alcuni studi condotti su topi immersi nella realtà virtuale hanno generato preziose informazioni sul modo in cui il cervello seleziona la memoria
I ricordi e la memoria. ricordare, dimenticare, rimuovere. Sono stati al centro di numerose ricerche scientifiche, focalizzate sul funzionamento del cervello, di psicologia cognitiva – la selezione dei ricordi in base alle emozini – ed anche oggetto di numerose opere d’arte, da quella pittorica alla settima arte. In particolare registi come Gondry, Kaufmann e Lynch hanno basato molto sull’onirico e sulla formazione dei ricordi. In particolare un film con l’orrida traduzione del titolo in italiano “Se mi lasci ti cancello” – in origine “The eternal sunshine of spotless minds” – ha dato una chiara interpretazione sui processi di ricordo e rimozione.
La memoria rimane in parte ancora misteriosa, così come lo è il ‘cassetto’ che la contiene, il cervello. Ciò non toglie che molti scienziati e studiosi continuino a produrre pubblicazioni sul tema della memoria e del funzionamento del cervello, l’organo più antico e complesso del nostro corpo. Si pensi solo che alcune reazioni chimiche corporali, come la sudorazione e le reazioni fisiche della paura o della rabbia provengono dall’amigdala, che ancora ricorda le tecniche di fuga in prossimità di un’aggressione.
Cervello e memoria, lo studio sui topi
I topi sono spesso cavie scientifiche per comprendere il funzionamento del corpo o del cervello umano. Alcuni studiosi della Rockefeller University di New York, hanno messo a punto uno studio sulla memoria e sul cervello che è valso una pubblicazione importante. Sono stati selezionati dei topi ed immersi per settimane in una realtà virtuale, dove mentre loro correvano su una rotellina, si immergevano in dei labirinti. Al termine dei quali era prevista una ricompensa. In uno un beccuccio con acqua zuccherata a cui attingere illimitatamente. In un altro lo stesso beccuccio, ma con poche gocce di acqua dolce. Nel terzo solo un soffio di acqua sul muso.
I risultati dello studio
Ed è emerso che i topi, anche a distanza di tempo, riuscivano a selezionare i ricordi piacevoli ed imparare a scegliere il percorso con il premio migliore. A tal fine sono stati distinti due campioni. Nel primo è stata stimolata la parte anteriore del talamo. Nel secondo no. E le cavie con la parte anteriore del talamo stimolata sono risultati con memoria a lungo termine maggiormente sedimentata.