Vivere in modo ecosostenibile è una scelta consapevole che arriva a coinvolgere ogni aspetto della vita quotidiana. Oltre alle azioni dei singoli individui, sono molte le realtà che possono fare qualcosa di concreto per ridurre il loro impatto sull’ambiente. Con questa convinzione, l’Associazione Comuni Virtuosi, Italia Nostra e Adiconsum hanno organizzato l’iniziativa “Meno rifiuti – più benessere”, ovvero dieci regole rivolte alle aziende e alla distribuzione organizzata, in occasione della Settimana Europea per la riduzione dei Rifiuti, un evento che mette al centro, dal 17 al 25 novembre, la necessità d’aumentare la produzione eco-compatibile, allungando la vita dei prodotti e promuovendo consumi più attenti e responsabili.
Sono ancora troppi gli imballaggi usa e getta: l’Italia conferisce in discarica ancora quasi il 50% della sua produzione totale di rifiuti, secondo il Rapporto Banca dati sulla raccolta differenziata 2011, e registra ancora oggi grosse criticità. In Europa siamo al 20° posto su 27 Stati membri e rientriamo purtroppo tra i 12 paesi della classifica che hanno basse performance di gestione dei rifiuti, spesso dovute a pochi incentivi nel riutilizzo di materiali, politiche non sempre attente e inadeguatezza di molte strutture.
Questo quadro non proprio brillante può però essere migliorato con l’istituzione di una rete virtuosa, che metta, come primo punto, a disposizione gli strumenti e le conoscenze per affrontare il delicato tema dello smaltimento e del riciclo di rifiuti. L’iniziativa “Meno rifiuti – più benessere” s’inserisce proprio in quest’ottica, cercando di rendere beneficio alla collettività, anche, e forse soprattutto, in un momento di difficoltà economica. L’industria del riciclo, infatti, in una recente stima dell’Unep intitolata Towards a Green Economy: Pathways to Sustainable Development and Poverty Eradication, viene riconosciuta come uno dei pilastri della green economy, in grado di creare un’occupazione 10 volte maggiore rispetto allo smaltimento in discarica e all’incenerimento.
Detto questo, in cosa consistono queste dieci mossi dalle quali partire per un futuro con meno plastica e più riciclo? Si parte con la sostituzione di tutti gli imballaggi non riciclabili, passando per l’eliminazione di quelli doppi, mettendo in commercio prodotti iperconcentrati o allo stato solido. E poi ancora: la sostituzione dell’uso di additivi, coloranti e composti esterni, ottimizzando anche gli stessi materiali ai fini del riciclo. C’è anche un messaggio di maggiore chiarezza: impiegare materiali riciclati nel packaging e un’etichettatura chiara per capirne il grado di successivo riutilizzo. Infine, promuovere la nascita di circuiti specifici a “filiera breve” raccolta-riciclo-riprodotto, spingendo il consumo critico anche degli stessi cittadini, favorendo l’utilizzo di sacchetti riciclabili.
Per chi fosse interessato, si può firmare anche la petizione sul sito online dei Comuni virtuosi, che si apre con la citazione di Janez Potočnik, Commissario europeo per l’Ambiente: “La crescita ecocompatibile è l’unica forma di futuro sostenibile, per l’Europa e per il mondo intero. L’industria e l’ambiente devono andare di pari passo, perché nel lungo periodo gli interessi di chi opera in questi due campi sono gli stessi”.
Foto di Chiara Marra
Scopri come un semplice gesto di pochi minuti, come spostare i mobili dai termosifoni, può…
Quale tipologia di plastica può andare nel microonde? Controlla il simbolo e scopri tutto quello…
I Cantieri della transizione ecologica lanciati da Legambiente fanno tappa in Piemonte: scopriamo di cosa…