I mercatini del riuso non sono solamente occasioni in cui acquistare prodotti di seconda mano. Sono degli eveni per mettere in concreto l’economia circolare
La teoria e la pratica della vita da ambientalista spesso è molto distante. Ed ognuno di noi se la deve vedere con la propria coscienza. Implementare quante più possibili strategie green nella propria vita non è d’obbligo, ma è un favore a se stessi ed alle prossime generazioni. Per questo il quotidiano è pregno di scelte in senso ambientalista o meno. E questo dipende dal singolo, ma senza che ciò comporti una forte componente ansiogena. Essere impeccabili al 100% è impossibile, a meno che non si decida di entrare in comunità particolari e ritirarsi dalla vita così come è conosciuta finora. Per cui si fa quel che si può. Che alla fine si può dire che conviene anche. Come la questione della dismissione degli oggetti che non servono più. Le strade sono tre. O diventare accumulatori seriali, che nonostante continuino ad acquistare abiti o oggetti non riescono proprio a disfarsi di quelli inutilizzabili. E non è consigliabile.
O gettare via per acquistare nuovamente, magari prodotti con obsolescenza prematura come la fast fashion, per replicare ancora il modello fallimentare usa e getta. O cercare di destinare ad altra causa l’oggetto o vestito che non serve più. Ed allora, se non si hanno amici con cui condividere questi intenti, si può partecipare al mercatino del riuso.
Siamo abituati ai negozi che vendono oggetti o abiti usati, che si possono anche chiamare di seconda mano. Ci si reca in questi negozi o banchi, e si sceglie il prodotto che si predilige, ad un prezzo decisamente conveniente. Il mercatino del riuso batte una strada diversa. Quella della condivisione. Chi vuole partecipare non solo acquista, ma mette in piazza anche i suoi oggetti da dare via. E così questo funge anche da forte incentivo. Si potrebbe pensare anche a forme di baratto, per rendere l’economia circolare ancora più sviscerata dal denaro e dal valore economico di un bene.
Purtroppo negli ultimi anni abbiamo assistito sempre più ad un trend di sostituzione al posto della riparazione. I negozi per riparare elettrodomestici, scarpe, abiti, non esistono quasi più. E spesso ci si sente dire che conviene ricomprare piuttosto che riparare. Conviene forse sul momento, ma nell’economia generale, quella per cui è anche una costo pubblico lo smaltimento dei rifiuti, a conti fatti non conviene più. E questo discorso è valido anche per la moda fast, quella dove di anno in anno si rinnova il guardaroba, con abiti dal materiale scadente e dall’aspetto tutt’altro che caratterizzante la personalità di chi lo indossa.
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