Mercurio, la versione romana del dio greco Hermes , ha dato il nome ad un materiale: il mercurio. L’unico metallo al momento conosciuto che si trova allo stato liquido a temperatura ambiente. Un elemento affascinante ma pericolosissimo
Fino a non molto tempo fa il mercurio, il metallo non il Dio, si trovava all’interno di moltissimi strumenti e tra questi il più famoso in assoluto è di certo il termometro. Date le sue proprietà fisiche, infatti, questo metallo liquido è stato utilizzato per centinaia di anni all’interno dei termometri dato che risulta suscettibile alla temperatura e, in particolare, se riscaldato si espande.
Per questo motivo viene messo, o dovremmo dire veniva messo, all’interno degli oggetti con cui si misura la temperatura dato che è possibile calcolare, e quindi creare una scala, la correlazione tra l’espansione del metallo e la temperatura cui è stato esposto. Ma per quanto possa essere affascinante l‘argento vivo, altro nome comune del mercurio, può essere toccato a mani nude? La risposta, come sempre succede con la scienza, non è né un sì netto né un no completo.
Di per sé toccare senza indossare i guanti il mercurio, magari quello che per sbaglio è uscito dal termometro, non comporta seri danni all’organismo. Ma proprio il fatto di toccare eventualmente il mercurio fuoriuscito da un termometro di vetro rotto può esporre invece a tutti i danni che questo metallo fa se entra all’interno di un corpo vivente attraverso un taglietto. Perché il mercurio è in grado di provocare una forma gravissima di avvelenamento.
Le conseguenze più gravi sono a carico del sistema nervoso centrale e i sintomi di un avvelenamento da mercurio sono spesso proprio associati all’attività del sistema nervoso: insonnia, tremore, perdita di memoria. Un altro organo che può essere pesantemente attaccato in caso di ingestione di mercurio è il rene. Uno dei casi più famosi nella storia di inquinamento da mercurio e conseguente avvelenamento generale da mercurio, in particolare da metilmercurio, è quello che si è registrato tra gli Anni ’50 e gli Anni ’60 nella zona di Minamata, Giappone, dove una industria ha per anni riversato acqua contaminata nell’ambiente.
Ma anche prima del caso Minamata in passato si sono verificati avvelenamenti da mercurio. Un personaggio diventato celebre nella storia della letteratura che potrebbe rappresentare in realtà un caso di avvelenamento da mercurio è il Cappellaio Matto di Alice. Il comportamento e l’aspetto di questo personaggio potrebbe infatti derivare dall’esposizione a mercurio e in particolare a nitrato di mercurio, una realtà purtroppo all’ordine del giorno per chi, nell’800, fabbricava cappelli e utilizzava proprio il nitrato di mercurio per piegare il feltro e dare così forma a centinaia e centinaia di cappelli.
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