Un’idea datata ma riproposta di recente con miglioramenti in atto. La pioggia artificiale potrebbe essere una soluzione alla siccità. Ma funziona davvero?
La siccità ormai è una piaga acclarata alla quale si deve trovare quanto prima una soluzione. Specialmente in alcune aree del mondo. Come succede anche in altri casi, la distribuzione della risorsa idrica al livello mondiale non è affatto equa. A causa della conformazione del territorio, ma anche del divario nella costruzione delle infrastrutture per far arrivare l’acqua ad ampio raggio. Ad oggi non solo i Paesi in via di sviluppo vivono queste problematiche, ma anche i cambiamenti climatici stanno mettendo a dura prova le risorse idriche nostrane. Se poi a questo si sommano gli sprechi di acqua dovuti a condutture ormai poco funzionanti, ecco che il quadro assume una cornice piuttosto drammatica.
Non a caso in diversi paesi, su ordinanza degli enti locali, sono state imposte delle restrizioni all’utilizzo dell’acqua. Quali il divieto di riempire la piscina. Divieto prontamente infranto da un turista tedesco che ha fatto interrompere tutto il flusso idrico del paese. Sono diverse le soluzioni proposte. Dalla dissalazione dell’acqua di mare ai teli di raccolta della pioggia in ambito urbano.
Dunque si cercano metodi naturali o artificiali per poter aumentare il carico di precipitazioni. Anche perché gli sconvolgimenti meteorologici stanno portando ad eventi climatici sempre più estremi. Si passa dalla siccità perdurante alla pioggia torrenziale, che genera alluvioni. Ed allora si deve trovare una soluzione.
Oltre a cercare di contenere i cambiamenti climatici attraverso azioni che contrastino il surriscaldamento del pianeta, si investe su delle forme artificiali di irrigazione. Anche perché l’agricoltura sta diminuendo non poco la sua produzione, ed allo stesso tempo la popolazione mondiale sta crescendo a dismisura. E da questo presupposto sono nate le piogge artificiali. È una tecnica piuttosto datata per far cadere la pioggia, ma che ad oggi si sta cercando di rendere più efficace. Gli esperimenti più recenti sono stati fatti i Messico. Sostanzialmente non è altro che il bombardamento delle nuvole con degli agenti chimici come lo ioduro d’argento, o con il ghiaccio secco, che altro non è se non anidride carbonica solida.
La pioggia non è altro che la fase in cui le nuvole, formate da miliardi di goccioline, si condensano e si appesantiscono. Per liberarsi hanno bisogno delle cosiddette precipitazioni, dunque la pioggia. Questo fenomeno naturale può anche essere indotto artificialmente ‘inseminando’ le nuvole con lo ioduro d’argento o con l’anidride carbonica solida. Il problema è che la tecnica non sempre funziona. Ed inoltre ci si domanda a ragion veduta, se le sostanze chimiche non possano nuocere in qualche modo a quell’acqua che in fin dei conti va a nutrire i campi agricli e dunque la nostra fonte di alimentazione.
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