Inaugurata all’ospedale Bambin Gesù di Roma l’Aula ambiente del WWF. Le farfalle giocano un ruolo simbolico per spiegare le cure ai bambini
La metafora è una figura retorica che nella teoria si apprende da grandicelli, nella pratica fin da quando si fanno le prime esperienze. Quando i bambini si sentono dire che hanno gli occhi blu come il cielo, ad esempio, fanno esperienza della metafora ancora prima di sapere di cosa si tratti. Ed è proprio della metafora che il progetto del WWF “Oasi negli ospedali” dei bambini fa uso per aiutare i più piccoli a capire perché devono stare lì. Il Bambin Gesù di Roma è un ospedale pediatrico di proprietà del Vaticano che vanta l’eccellenza in fatto di cure per i bambini. Per questo di lì passano anche i casi più gravi e strazianti. E la pazienza dei piccoli spesso può essere minata dalla mancanza di gioia e di gioco.
Per questo il contatto con la natura diventa essenziale. Come stimato dall’OMS, vivere vicino ad uno spazio verde riduce di molto il rischio di malattie cardiovascolari, patologie articolari, ansia, depressione, infezioni respiratorie e obesità. Patologie che se sorgono in età infantile diventano piuttosto preoccupanti. E la natura, con le sue metafore continue, aiuta i bambini ad avere un morale migliore, con l’ausilio degli operatori che raccontano quello che osservano. Ad esempio la metamorfosi della farfalla.
E come si sa, il livello di umore incide molto sulla risposta del corpo alle cure. Francesca Fedeli, Presidente della Fondazione Fight the Stroke, che ha messo in opera il progetto insieme a WWF, racconta: “Siamo nati da un’esperienza familiare, come spesso succede: nostro figlio Mario, nato nel 2011, a 10 giorni dalla nascita ha avuto una diagnosi di ictus perinatale. In questi ultimi anni ci siamo avvicinati al WWF perché ci interessava la possibilità di offrire ai nostri ragazzi con una disabilità di Paralisi Cerebrale Infantile la fruizione di spazi nuovi vicini alla natura. Alcuni studi oggi ci indicano che fra le cause di ictus e di altre malattie acute e croniche ci sono anche cause di natura ambientale, come l’inquinamento atmosferico. Volevamo rispondere così alla ‘fame di natura’ che hanno i nostri piccoli pazienti”.
Ed uno dei racconti, o meglio, una delle spiegazioni dei fenomeni naturali che meglio si adatta alla condizione ospedaliera è la metamorfosi della farfalla. Continua Fedeli: “Ad esempio far seguire ai piccoli il ciclo di vita di una farfalla, la sua metamorfosi, ci permettere di spiegare loro come ci si può curare, come si può raggiungere il proprio potenziale anche in condizioni di disabilità temporanea o permanente. Nel nostro campo, quello della riabilitazione, è importante anche dal punto di vista sensoriale poter svolgere esercizi con entrambe le mani, immerse nella terra e nell’acqua, a contatto con la natura e gli animali”.
Quindi la metamorfosi della farfalla diventa metafora, racconto di come da pupa o bruco grazie al cambiamento l’insetto spiega le ali e vola via. Ed in questo modo anche i bambini possono capire che le cure ospedaliere non sono solo una sofferenza inutile, ma un mezzo per poter recuperare una vita migliore.
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