La Metcalfa mette in pericolo le nostre piante ornamentali, un parassita che coinvolge la vitalità delle nostre piante e del nostro giardino. Cosa fare se le troviamo fra i petali e le foglie?
Le piante ornamentali dei nostri giardini, balconi o terrazze, permettono di colorare e vivacizzare l’ambiente. Ma attenzione, il ruolo non si semplifica soltanto a quello, infatti una pianta, anche se ornamentale, costituisce un ambiente che regola un contesto di colori, sì, ma anche di profumi, temperature e così via discorrendo. Scegliere una pianta piuttosto che un’altra fa la differenza fra un giardino e un altro. Questo è importante capirlo per dare ancora maggior valore alle nostre piante e al nostro contesto naturale che determina i luogo in sé nel quale è inserita. In questo contesto arriva la Metcalfa, un parassita dell’Asia orientale che è arrivato nella nostra penisola.
Il parassita sembra essere arrivato dall’oriente e si ritrova innaturalmente nella nostra penisola. Questa situazione non è una novità per il nostro quotidiano, i commerci hanno sempre determinato un grande spostamento di animali, parassiti e malattie degli animali e delle piante. Un problema che sorge sin dall’antichità e le varie esplorazione che l’uomo ha svolto dal tempo dei fenici fino al ritorno dalla Luna e la decontaminazione di qualunque cosa avessero potuto portare dal nostro luminoso satellite.
In questo contesto il parassita arriva nelle nostre terre ed inizia a svolgere il suo ruolo da parassita, invadendo i nostri spazi verdi e mettendo a serio rischio la vita delle piante. Il parassita è in realtà una piccola cicala, chiamata in oriente proprio “Cicala delle rose“, infatti, è grande poco meno di un centimetro e si nutre della linfa delle piante. Come una zanzara, risucchia la linfa delle piante e la sfrutta per se stesso, lasciando, inoltre, degli escrementi chiamati “melata” che ricoprono piccole porzioni delle foglie, utile per il proliferare di muffe e funghi e che, data la loro membrana, non permettono la fotosintesi in quello spazio occupato dalla sostanza.
Per capire se siete infestati da questi parassiti è essenziale andare a controllare, personalmente, foglia per foglia, se ci sono tracce di escrementi o uova, o se siete in grado di trovare il parassita vero e proprio. Se c’è la possibilità o sono state trovate trovate le prime tracce, esistono degli utili trattamenti biologici da fare 3 o 4 volte, intervallati da 7 / 10 giorni.
Questo tipo di trattamento servirà a non far attecchire le uova che magari, dopo il primo trattamento, si schiudono e riportano il problema all’origine. Se il problema non solo persiste, ma ha invaso gran parte delle vostre piante, si consiglia un trattamento più forte, con la stessa cadenza di cui sopra. Magari con qualcosa basato su un insetticida formulato con piretro naturale e, insieme a ciò, applicare il sapone molle sulle foglie per pulire la pianta dagli escrementi del parassita.
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