Secondo un recente studio le microplastiche che finiscono nel nostro cervello possono provocare l’insorgenza di comportamenti simili alla demenza.
Non è un segreto che l’uso della plastica abbia un enorme impatto ambientale, non solo sugli ecosistemi, ma anche sulle specie animali che ci vivono. Tra queste l’essere umano non è esentato, anzi: secondo uno studio risalente a 2021 ed effettuato da WWF e Università di Newcastle, ogni settimana ciascuno di noi ingerisce circa 5 grammi di plastica, per una media spaventosa di oltre 260 grammi in un anno.
Tutta questa plastica non dovrebbe finire nel nostro corpo, soprattutto a causa delle gravi conseguenze che può avere sull’organismo e, soprattutto, sul cervello. Partendo dal problema dell’inquinamento da plastiche, considerato uno delle cause principali del surriscaldamento globale e quindi del cambiamento climatico, un gruppo di ricercatori dell’Università del Rhode Island capitanati dal professor Jaime Ross ha voluto studiare gli effetti nocivi delle microplastiche sul nostro corpo. Le conclusioni a cui sono arrivati, purtroppo, non sono di certo positive.
Lo studio, pubblicato di recente sull’International Journal of Molecular Sciences, si è servito di cavie sottoposte alle microplastiche per ingerimento tramite acqua. La somministrazione è avvenuta nell’arco di 3 settimane e su topi di diversa età. Secondo le previsioni degli scienziati, le microplastiche avrebbero dovuto poi accumularsi soprattutto nel tratto gastrointestinale, invece ne sono state rilevate tracce anche in cuore, polmoni e, inaspettatamente, cervello.
“Si presume che la barriera ematoencefalica sia molto difficile da attraversare. È un meccanismo di protezione contro i virus e batteri, ma queste particelle sono riuscite a penetrare in profondità nel tessuto cerebrale“, ha affermato il professor Ross. In seguito, analizzando le cavie si è notata l’insorgenza di comportamenti simili a quelli tipici dei pazienti affetti da demenza, soprattutto nei soggetti più anziani.
In questo senso le implicazioni della presenza di microplastiche del cervello umano potrebbero essere disastrose. Gli scienziati puntano infatti a effettuare ulteriori analisi, al fine di provare la possibile interconnessione tra intossicazione da microplastiche e insorgenza di disturbi neurologici e malattie come l’Alzheimer.
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