L’azienda Microsoft ha reso noto di essere stata vittima di un attacco hacker nelle scorse settimane che ha causato il malfunzionamento di alcune sue applicazioni.
Dallo scorso 5 giugno alcuni servizi Microsoft non hanno funzionato correttamente creando problemi agli utenti. I disservizi avevano coinvolto la piattaforma dedicata alla posta elettronica Outlook, ma anche Office365 e OneDrive.
Secondo quanto ha spiegato la stessa azienda sul proprio blog, il malfunzionamento sarebbe stato provocato da un attacco hacker ad opera di alcuni criminali informatici. La multinazionale statunitense ha, però, rassicurato che non vi sarebbe prova di un’eventuale violazione dei dati dei propri clienti.
Microsoft, malfunzionamento dei servizi: “Provocate da un attacco di cybercriminali”
Microsoft, la nota azienda statunitense d’informatica, sarebbe stata vittima nei giorni scorsi di un attacco hacker da parte del gruppo di cybercriminali Storm-1359, conosciuto con il nome Anonymous Sudan.
Dallo scorso 5 giugno, difatti, alcuni servizi avevano smesso di funzionare correttamente. Nello specifico i disservizi riguardavano la piattaforma di posta elettronica Outlook, le varie applicazioni di Office365 ed il servizio di cloud OneDrive. A confermare l’attacco è stato lo stesso colosso informatico in un comunicato diramato sul proprio blog nella serata di venerdì in cui ha spiegato che non sarebbero state registrate violazioni e compromissioni dei dati dei clienti.
Nel dettaglio, ha poi aggiunto Microsoft, si sarebbe trattato di un attacco di tipo Ddos (Denial of service) che consiste in un “bombardamento” effettuato da numerosi dispositivi ai danni di alcuni servizi specifici per causarne il malfunzionamento. L’attacco, difatti, va a sovraccaricare il traffico della risorsa presa di mira impedendo quello normale.
Microsoft, inoltre, ha reso noto di aver risolto il problema ottimizzando il proprio prodotto Azure Web Application Firewall che ha rafforzato i livelli di sicurezza.
Anonymous Sudan: il gruppo di hacker
Il gruppo di cybercriminali avrebbe iniziato la sua attività intorno ai primi mesi del 2023 prendendo di mira aziende o enti di nazioni che avevano mostrato interesse verso le questioni politiche sudanesi. Non tutti, però, sono d’accordo sul fatto che il gruppo possa essere realmente legato al Sudan, qualcuno, riportano i colleghi dell’agenzia Ansa, ritiene che, invece, possa in realtà appartenere alla banda Killnet affiliata al Cremlino ed utilizza la bandiera dello stato arabo-africano per depistare.