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“Freccia aliena”: il mistero di 3mila anni fa è stato risolto

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Un mistero lungo 3000 anni riguardo quella che molti avevano iniziato a chiamare la freccia aliena e che effettivamente ha una origine extraterrestre, almeno in parte

freccia ferro meteorico
Villaggio del Paleolitico (foto da Canva) – ecoo.it

Chi si occupa di studiare quelle che sono le tracce lasciate dai nostri antenati in epoche remote si trova molto spesso a dover fare i conti con oggetti che hanno perso parte della propria forma, del proprio significato o che rispondevano a bisogni specifici che per noi ora sono del tutto ignoti. A questo si aggiunge poi il problema relativo al modo in cui le civiltà del passato si esprimevano utilizzando lingue, immagini, segni e simboli che ora non sono riconoscibili.

Particolarmente complicato è il cercare di capire a cosa potessero servire i molti oggetti delle civiltà paleolitiche, le più remote sia in termini temporali sia anche in termini culturali rispetto a noi, e con la difficoltà ulteriore di essere molto spesso prive di qualunque sistema di registrazione degli avvenimenti. Per mettere ordine nella vita quotidiana dei nostri antenati gli scienziati hanno spesso fatto riferimento ai materiali utilizzati ed è per questo per esempio che l’analisi degli oggetti di uso comune che vengono rinvenuti nei siti archeologici diventa importantissima ma a volte dà risultati che sembrano puntare in direzioni davvero inaspettate.

La freccia aliena del Lago di Biel

Nel numero più recente del Journal of Archeological Science pubblicato sulla piattaforma Science Direct è presente un paper che riguarda una serie di oggetti che sono stati realizzati durante l’Età del Bronzo a partire da materiale proveniente dallo spazio. Ma non si tratta di resti di un incontro tra nostri antenati e alieni veri e propri. Nella zona di Mörigen, intorno al Lago Biel, sono infatti stati rinvenuti alcuni oggetti e in particolare una punta di freccia realizzata con un materiale che nel periodo del bronzo era molto ricercato: il ferro meteorico.

Pitture rupestri (foto da Canva) – ecoo.it

Questo materiale, frutto dell’impatto dei meteoriti con l’atmosfera e poi con la superficie terrestre, era particolarmente ricercato nel periodo precedente l’inizio della lavorazione dei metalli e per esempio sono stati ritrovati oggetti costruiti a partire da ferro meteorico per esempio in Egitto, in Iran, in Cina, in Grecia. E fin qui la punta di freccia aliena ritrovata intorno al XIX secolo in alcuni insediamenti su palafitte del Lago di Biel in Svizzera sembrava tranquillamente appartenere a una serie di oggetti dello stesso tipo realizzati con lo stesso materiale. Ma ad un’analisi più approfondita è emerso come invece la composizione chimica del ferro meteorico di questa particolare punta di freccia non corrispondesse assolutamente agli altri oggetti rinvenuti e costruiti a partire dal cosiddetto meteorite di Twanngberg, un oggetto caduto dallo spazio e rinvenuto per la prima volta nel 1984, ritenuto al momento il più grande meteorite ritrovato in Svizzera. Da dove veniva quindi la punta di freccia?

Un viaggio un po’ più lungo

Meteorite (foto da Canva) – ecoo.it

La cosiddetta freccia aliena di Mörigen non viene quindi dalla zona della Svizzera da cui provengono gli altri reperti della prima Età del Bronzo. Ma la sua datazione è comunque corretta e infatti è forse l’unico elemento rimasto dalle prime analisi effettuate su questo oggetto. Un oggetto che invece sembra provenire da un’altra parte del mondo e in particolare dall’Estonia, dato che la sua composizione chimica risulta corrispondente agli altri oggetti prodotti a partire dai frammenti di ferro meteorico che si sono generati per l’impatto del meteorite Kaalijarv. Ma come ha fatto un oggetto prodotto probabilmente in Estonia a finire in Svizzera? Questa l’importanza straordinaria della attribuzione corretta: questo oggetto è infatti la dimostrazione di come nell’area baltica la stessa rotta commerciale che portava in giro per l’Europa l’ambra veniva utilizzata anche per altri manufatti.

Valeria Poropat

Valeria si occupa da anni di ecologia e per Ecoo cerca di trovare tuttio ciò che c'è di buono nel rapporto tra uomo, natura e tecnologia

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