La e-mobility, mobilità elettrica, è un fenomeno in costante evoluzione e crescita anche in Italia. E-bike, auto e monopattini elettrici fanno ormai parte del vissuto urbano di tutti i giorni, non più eccezione ma regola virtuosa a cui fare riferimento quando si tratta di nuove tecnologie di trasporto a impatto sempre meno incisivo sull’ambiente. È per fotografare i passi avanti compiuti in questa direzione che, da 3 anni, Fondazione Symbola e Enel, dal 2020 in collaborazione con FCA, producono un report sullo stato della e-mobility nel tessuto italiano.
È un viaggio che affonda l’occhio nelle storie di 100 realtà del made in Italy tra imprese, Università, centri di ricerca e associazioni che stanno dando un contributo attivo allo sviluppo di questa tecnologia in diversi settori (dal design alla produzione di veicoli, dalla componentistica alle batterie e alle infrastrutture di ricarica). Il quadro che emerge dal rapporto “100 Italian E-mobility Stories 2020”, che cristallizza altrettanti modelli eccellenti di produzione e sviluppo sostenibili fondati sul leitmotiv dell’elettrico, è piuttosto effervescente e traccia un orizzonte di fermento positivo dopo le sabbie mobili della severa sofferenza registrata dalle economie di molti Stati, in particolare l’Italia.
“Le 100 storie – dichiara Ermete Realacci, presidente Symbola – rappresentano l’eccellenza italiana della mobilità elettrica e ci dicono anche che il nostro Paese ha le energie per superare la crisi. Occorre costruire insieme un’economia e una società più a misura d’uomo e per questo più capaci di futuro, più attente alla crisi climatica, più giuste, resilienti, competitive”.
L’iniziativa 100 Italian E-mobility Stories, giunta alla sua terza edizione, punta a promuovere le aziende italiane che operano lungo i binari portanti di sostenibilità e progresso, attraverso una rassegna di racconti che arrivano da esperienze di successo in un ambito in forte espansione come quello della e-mobility.
Punto chiave è il concetto di necessità della mobilità elettrica come veicolo di contrasto alla crisi climatica, in un percorso che si innesta attivamente nel processo di decarbonizzazione. In questo tessuto, l’Italia occupa un ruolo di punta nell’orbita di rivoluzione verso un trasporto sempre più sostenibile, nel segno dell’evoluzione elettrica a impatto zero sull’ambiente.
L’auto elettrica ha emissioni inferiori del 60% rispetto a un veicolo a combustione interna. Le batterie, finito il loro ciclo standard per alimentare i veicoli elettrici, saranno sempre più utilizzate sia come accumulatori di energia (ad esempio per pannelli fotovoltaici), sia per il recupero di elementi come litio, nichel e cobalto, per essere riutilizzati nel grembo dell’economia circolare.
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“Raccontiamo un’Italia che gioca un ruolo di primo piano nel processo di transizione verso la mobilità sostenibile: 100 storie di idee, tecnologie e progetti portati avanti con passione e determinazione, che rappresentano un’importante opportunità economica e contribuiscono allo sviluppo del settore automobilistico e dell’intero Paese” – dichiara Francesco Starace, amministratore delegato Enel.
“La nostra e-mobility – sottolinea Pietro Gorlier, chief operating officer FCA – continua a svilupparsi e a diventare sempre più articolata, con numerosi accordi per offrire soluzioni che semplificano la vita a chi acquisterà e userà una nostra auto elettrica o ibrida. Il mercato italiano dei veicoli elettrificati è sicuramente in crescita (la quota dei veicoli compresi nella fascia da 0 a 60 g/km di CO2 è passata dall’1% nel 2019 al 3,5% nei primi mesi del 2020) ma è ancora caratterizzato da una penetrazione molto limitata anche a causa dei vincoli di sistema descritti”.
In questo scenario, l’Italia dipinta dal rapporto di Symbola e Enel può davvero giocare un ruolo di primo piano grazie all’ampio spettro di competenze e tecnologie lungo tutta la filiera, il cui cuore pulsante è nella componentistica. Tra le evoluzioni più avanzate di e-mobiity, servizi di sharing, le multiutility, le soluzioni per la ricarica, le app: è l’istantanea di un sistema gravido di capacità, potenzialità e progettualità trasversali a tutto il Paese, che si coagulano in alcune sedi nevralgiche come il polo di Torino, la Motor Valley emiliana, il distretto di Brescia e il polo dell’automotive abruzzese.
La diffusione di auto elettriche nel mondo sarebbe in repentino aumento: i dati restituiscono un incremento sensibile negli ultimi 4 anni, con il passaggio da 1,5 milioni di veicoli elettrici passeggeri/merci (2016) a oltre 7 milioni (2020). Di questi, 3 milioni sono in Cina e quasi 2 milioni in Europa, dove il primato appartiene alla Norvegia (con 320mila auto elettriche per una popolazione di 5 milioni di abitanti). Nel vecchio continente, lungo il primo trimestre dell’anno le immatricolazioni totali di autoveicoli hanno registrato una sensibile contrazione mentre le auto elettriche e ibride no. Le immatricolazioni di vetture elettriche sono salite dell’81,7% sul primo trimestre 2019, e le ibride del 49%. In Italia, con riferimento allo stesso periodo, la vendita di auto ibride ha superato quella di auto a gas.
Starace sottolinea la necessaria rimodulazione della vita urbana nelle aree del pianeta più densamente popolate: “La crescente concentrazione della popolazione mondiale in grandissime aree metropolitane chiede a gran voce un ripensamento di tanti stili di vita. Ciò passa necessariamente attraverso una mobilità sostenibile, pubblica e privata, che non sia dannosa per l’ambiente e che si annuncia prepotentemente e sempre più chiaramente elettrica”.
Gorlier assesta la sua prospettiva sulla stessa linea d’onda: “Le vetture elettriche devono essere pensate e inserite in un ecosistema molto più ampio e perché possano essere accessibili a tutti è necessario un sistema a contorno fatto di infrastrutture di ricarica, pubbliche e private, costi dell’energia adeguati, parcheggi dedicati, gestione semplificata del suolo pubblico per l’installazione di colonnine, misure di supporto alla domanda, oltre che un piano di riqualificazione della filiera industriale“.
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