Chi ha seguito le sfilate di Milano Moda Donna per l’autunno-inverno 2012/2013, che terminano oggi, avrà sicuramente fatto caso al fatto che quasi tutti i marchi di moda hanno proposto, per la prossima stagione fredda, capi in pelliccia. Dai classici cappottini a chi ha addirittura proposto delle minigonne. Ovviamente questa decisione di riportare in auge questo tipo di materiale per la produzione di capi di moda non è passata inosservata negli ambienti delle associazioni animaliste, che hanno immediatamente provveduto a protestare contro chi tortura gli animali per ottenere le pellicce.
E pensare che proprio qualche giorno fa vi raccontavo di come la moda avesse fatto una scelta di ecosostenibilità davvero importante. Ma visto l’ampio uso di pellicce in passerella per la prossima stagione fredda, c’è ancora molto da fare. Spero vivamente che la maggior parte di quei capi sia stata realizzata con false pellicce e che nessun animale sia stato maltrattato e seviziato per poterle produrre. Ma, purtroppo, credo proprio che la maggior parte fossero vere.
La moda ecocostenibile passa proprio attraverso l’attenzione rivolta ai materiali. E le pellicce e la pelle utilizzate per molti capi di queste sfilate non rientrano nella svolta eco friendly e animal friendly portata avanti da brand prestigiosi come Vivienne Westwood. Per una stilista come lei e come Stella McCartney, che hanno fatto del rispetto verso l’ambiente e verso gli animali il loro punto di forza, ecco che ce ne sono molti altri, come Simonetta Ravizza, Versace, ma anche numerosissimi brand che hanno sfilato a Milano, che continuano a proporci le loro pellicce.
Ovviamente gli animalisti non sono rimasti lì a guardare, dal momento che hanno fatto un’incursione sulla passerella di Byblos (uno dei pochi, a dire il vero, a non avere usato pellicce, ma la pelle era presente eccome nei look delle modelle!): si tratta del gruppo Nemesi Animale, che ha sfilato per qualche minuto insieme alle modelle del brand. La stessa organizzazione ha fatto sapere che nella location dove si teneva la sfilata di Emporio Armani, sempre per protestare contro l’uso di pellicce nella moda, sono stati lasciati dei cadaveri di conigli.
‘Non e’ una protesta contro un’azienda in particolare, vogliamo solo far riflettere sulla vita di sofferenza e la morte a cui sono destinati 55 milioni di animali ogni anno per fare pellicce‘, queste le prole dell’organizzazione.
Gesti molto importanti, crudi, che fanno capire quale realtà si cela dietro la realizzazione di una pelliccia: non potete nemmeno immaginare quale crudeltà si celi dietro quel capo che tutti considerano il massimo dell’eleganza, ma che è frutto di torture e di sevizie nei confronti di poveri animali.
Un appello a tutti i marchi di moda: oggi esistono molte alternative alle pellicce e alla pelle vere, perché non sfruttarle come fanno già con molto successo alcuni vostri colleghi? Sicuramente ne trarrà giovamento il mondo, ma anche la vostra immagine agli occhi di chi non indosserebbe mai qualcosa che nasconde storie di crudeltà disumane. Pensateci!
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