Moda sostenibile, l’arte del riuso: l’iniziativa

Il primo passo per tracciare il percorso della moda sostenibile è dare una seconda vita ai capi di abbigliamento. Shopping responsabile e contro gli sprechi: ecco l’iniziativa consapevole.

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L’arte del second hand: shopping responsabile e contro gli sprechi (Canva) – Ecoo.it

Negli ultimi anni la sensibilizzazione nei confronti della moda sostenibile sta prendendo sempre più piede. Agire per il bene dell’ecosistema e nel pieno rispetto dell’ambiente è un concetto sempre più condiviso sia nell’industria tessile che dai singoli consumatori. L’innalzamento del livello dell’emissione dei gas serra e l’inquinamento ambientale sta richiedendo sempre più sforzi, con campagne anti-spreco di volta in volta più frequenti.

Un esempio è dato proprio dai capi second hand, ovvero i prodotti di seconda mano, i quali possono essere riutilizzati in modo da dare ai tessuti una seconda vita e non finire così nel cumulo di rifiuti che popolano ormai in maniera incontrollata il nostro pianeta. Oltre alle app e siti web che incentivano la vendita di capi usati, ci sono anche molte iniziative territoriali che mirano a questo scopo. Vediamo nello specifico di cosa si tratta.

Come fare shopping sostenibile: i capi second hand

Per fare in modo che la moda diventi davvero sostenibile la prima questione da tenere presente è quella della responsabilità. Acquisti e consumi consapevoli sono infatti alla base della cura nei confronti dell’ambiente. Proprio per questo i capi di abbigliamento vintage o usati rappresentano una delle prime possibilità per fare in modo che il riciclo diventi la nuova moda. In questo senso, fare shopping responsabile aiuta a definire meglio i nostri bisogni e le nostre necessità prima di cadere in pratiche di spreco.

A questo fine sono nate molte realtà territoriali, come associazioni o cooperative che si impegnano per divulgare i valori della sostenibilità ambientale e sociale. Un esempio è la cooperativa di lavoro Di Mano in Mano, nata a Milano nel 1999. Oltre a vedere tutto ciò che è usato, dai capi di abbigliamento agli accessori come borse e simili, la cooperativa si impegna sul piano sociale accogliendo tutte le persone fragili collaborando con enti locali come carceri e servizi sociali.

Questa cooperativa è diventata particolarmente famosa dopo aver lanciato l’iniziativa All you can wear, letteralmente tutto ciò che puoi indossare, che attira ogni anno sempre più persone che convergono verso un’idea di shopping sostenibile e responsabile volto all’arte del riuso e della seconda possibilità. Di seguito, tutti i dettagli dell’evento che si è tenuto nei giorni scorsi.

All you can wear, come funziona lo shopping antispreco

Situato a via Epinasse a Milano, il negozio di Di Mano in Mano, nelle giornate del 9 e 10 settembre è stato letteralmente preso d’assalto con lunghissime file dopo aver ripetuto l’iniziativa All you can wear, la quale anche quest’anno ha confermato il successo degli anni passati. Le regole di questa iniziativa sono in realtà molto semplici: basta prendere una tote bag fornita all’ingresso al costo di 18 euro, avendo la possibilità di riempirla fino all’orlo con ogni tipo di abbigliamento o accessori.

Ogni tote bag, ovvero una borsa da shopping di tessuto riciclabile, ha il costo singolo fissato alla cifra di 18 euro, ma all’interno è possibile mettere tutto ciò che entra senza avere problemi di pagare il singolo capo o prodotto acquistato. Sebbene l’iniziativa abbia come fondo quello di sensibilizzare i consumatori ad un riuso della merce, dunque contrastando lo spreco, ciò che davvero ha riempito il negozio tanto da ripetere una seconda data il giorno successivo, contrariamente all’unica data fissata al 9 settembre, è la possibilità di poter rivendere a propria volta i capi acquistati. L’iniziativa è stata molto sponsorizzata su Tik Tok e man mano è arrivata soprattutto ai giovani della generazione Z, i quali hanno accolto e abbracciato questo progetto in maniera molto soddisfacente.

Esistono molti siti e app il cui obiettivo è quello di vendere tutto ciò che è vintage, di seconda mano o realtà artigianali usati in modo da poter guadagnare. In questo modo, liberiamo il nostro armadio dal guardaroba di troppo ma nello stesso tempo doniamo qualcosa a chi ne può fare un uso diverso o lo apprezza più di noi. In questo, la possibilità di poter ricavare anche un ritorno economico ci permette di far girare l’economia dello shopping in maniera sostenibile, senza spreco.

Quest’anno, All you can wear prevedeva oltre 2mila borse confezionate e stampate da tredicicm, un progetto tutto a chilometro zero realizzato da Stefania Cifarelli e Gabriella Mondelli, due giovani designer. Così come l’altra parte delle borse da poter mettere nella propria tote bag sono realizzate da Taivè, la sartoria sociale che si occupa di dare delle opportunità lavorative per le famiglie rom. Dunque, non solo second hand o tessuti sostenibili, ma anche tutto il contesto che compone questa iniziativa si basa sulla diffusione di una coscienza quanto più ambientalista e sociale possibile. Soltanto lo scorso anno, come ha affermato Di Mano in Mano, l’iniziativa ha ridotto di 60 tonnellate le emissioni di gas serra. Visto il successo di quest’anno, l’obiettivo sarà ancora più ambizioso.

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