Il castoro è tornato in Molise. L’eccezionale scoperta è stata confermata da un ricercatore del CNR dopo aver visionato delle videotrappole
Si chiamano video trappole ma non fanno del male agli animali. Sono solo delle telecamere installate in delle aree allo scopo di ‘catturare gli animali che vengono cercati. Ovviamente la maggior parte degli animali selvatici si nasconde qundo è importante la presenza umana. Per cui nascondere una telecamera, che non faccia insospettire l’animale, è un buon modo, ed innocuo, per rilevare la sua presenza nell’area. Questa è la volta del castoro. Nello specifico nella Regione del Molise, dove a quanto pare era sparito da oltre 500 anni.
Alcune tracce importanti, come alcuni alberi rosicchiati rosicchiati lungo il fiume Volturno, o monconi di salicacee, sono stati rilevati dall’associazione Amici del Volturno. Di conseguenza il sospetto della presenza del castoro in quell’area è diventato forte. La vicenda ha coinvolto anche il dottor Emiliano Mori del CNR, che ha seguito le segnalazioni nell’area. In seguito alla visione di video trappole è arrivata la conferma. Si trattava proprio di un castoro, specie sparita da oltre 500 anni in Molise. L’area coperta dall’animale nel video è di circa 200 metri.
Gianmarco Cimorelli ed i ricercatori del CNR hanno spiegato i motivi per cui il castoro era sparito dal Molise per 500 anni. La caccia è il motivo principale. Il castoro è stato cacciato per le proprietà benefica di una sostanza oleosa, chiamata per l’appunto la castorea, prodotta dalle ghiandole dell’ano del roditore. Ed inoltre, dalle testimonianze del passato, si ritrovano piatti di carne a base di castoro nelle cucine delle locande locali. In particolare il roditore veniva consumato dai monaci di Castel San Vincenzo.
Per questo motivo il ritorno del castoro, specie sparita da oltre 500 anni dal Molise – come anche la lontra – è una buona notizia. La natura sparisce da un luogo e poi se le condizioni lo consentono, riappare e ripopola l’area. E la presenza di animali selvatici è sempre una buona notizia, sia per l’ambiente che per l’essere umano. Ora è da appurare quanti esemplari di questo roditore sono presenti in Molise.
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