La basilica dell’Addolorata di Castelpetroso è un luogo unico al mondo. Una perla nascosta del Molise assolutamente da vedere
La frase “il Molise non esiste” è spesso usata in modo ironico e scherzoso per riferirsi alla percezione diffusa che la regione italiana del Molise sia poco conosciuta o rilevante rispetto ad altre regioni italiane. In realtà, il Molise è una regione italiana ben definita e con una propria identità culturale e storica. Tuttavia, la regione è tra le meno popolate d’Italia e non ha grandi città o attrazioni turistiche famose, il che può contribuire alla percezione che il Molise sia un luogo insignificante o “inesistente”.
Eppure il Molise ha diverse attrazioni turistiche da scoprire. Tra i luoghi da visitare ci sono i borghi medievali come Agnone e Larino, i parchi naturali del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e del Parco Regionale del Matese, siti archeologici come la città romana di Saepinum, il castello di Termoli a picco sul mare, il lago di Guardialfiera, il santuario di Santa Maria del Canneto e la gastronomia locale con piatti come la pasta alla chitarra e la ventricina. La regione è dunque ricca di tesori nascosti e merita una visita approfondita. Su tutte la Basilica dell’Addolorata di Castelpetroso
Basilica dell’Addolorata di Castelpetroso, l’hidden gems del Molise
Qui si può ammirare una maestosa struttura che sembra un castello delle fiabe, immersa in una valle verde. In realtà, si tratta del Santuario dell’Addolorata di Castelpetroso. La costruzione del santuario è stata un tributo alla Madonna, poiché si narra che sia sorto nel luogo in cui nel 1888 due contadine che avevano con loro due pecore, Fabiana Cicchino e Serafina Valentino, mentre lavoravano la terra a Cesa Tra Santi, furono testimoni dell’apparizione della Vergine.
L’incredibile storia
Dopo lo sgomento, Fabiana chiamò Serafina, ma quest’ultima non riuscì a vedere nulla. Dieci giorni dopo, il primo aprile, giorno di Pasqua, l’apparizione si ripeté e questa volta anche l’altra pastorella riuscì a vedere la Vergine. Le voci si diffusero in paese tra lo scetticismo di molti. Ma il 26 settembre dello stesso anno, anche monsignore Francesco Macarone Palmieri, vescovo di Bojano, ebbe la stessa apparizione.
Inoltre, ai piedi della rupe era nata una sorgente d’acqua miracolosa, che aveva guarito un dodicenne malato di tubercolosi ossea. Proprio dopo quest’ultimo episodio e nuove apparizioni, si decise di costruire un tempio in onore della Madonna Addolorata. Nel 1890, venne posta la prima pietra, ma la consacrazione avvenne solo nel 1975. Oltre ad essere un simbolo per i tanti credenti, il Santuario è anche un esempio affascinante di architettura.
Progettato in stile neogotico dall’ingegnere Francesco Gualandi di Bologna, il Santuario è interamente scolpito in pietra molisana. La sua forma è allo stesso tempo semplice ma grandiosa, e il suo stile rientra nel movimento artistico del Gothic Revival. Il Santuario si estende su circa 2800 metri quadrati e presenta sette cappelle che rappresentano i sette dolori di Maria. La cupola è alta 52 metri e vi sono anche le torri campanarie e una facciata opera di artisti locali, i fratelli Chiocchio di Oratino e Pasquini di Pietrasanta.