Ci sono alcuni luoghi nel mondo in cui non si può morire, in alcuni casi neanche venire al mondo. Ecco i motivi
La popolazione sul pianeta è in costante aumento anche se a quanto pare l’allarme per il sovrappopolamento sembra essere in parte rientrato. Il ciclo della vita umana, come di quello di qualunque altra creatura sul pianeta ha un termine naturale. Una delle caratteristiche che distinguono le società umane è però il rapporto con il momento della morte di un membro della comunità stessa.
Tra le novità che la storia umana ha introdotto dalla preistoria c’è il cosiddetto culto dei morti che si è nel tempo trasformato. Ma a volte questa funzione finale naturale dell’essere umano entra in conflitto con altre realtà. In alcuni casi si tratta di realtà religiose in altri è una semplice questione di geografia. Ci sono per questo alcuni luoghi nel mondo in cui è vietato morire. Ecco perché e dove si trovano questi luoghi così particolari.
In un caso almeno la motivazione che ha portato alla emanazione di una legge secondo cui gli abitanti non possono morire è prettamente termica. Esiste infatti un luogo in Norvegia, Longyearbyen, dove chi si trova in una condizione fisica per cui la morte è ormai prossima viene accompagnato in altre zone del Paese per essere lì sepolto: la temperatura media di questo luogo è infatti talmente tanto bassa che non consente la naturale decomposizione e quindi ogni cadavere rischia di trasformarsi in una vera e propria bomba biologica.
Ma ci sono diversi luoghi dove invece la questione è prettamente religiosa. In Giappone esiste un’intera isola consacrata agli dei in cui non è possibile eseguire riti di sepoltura di alcun genere: sì verificherebbero contaminazioni del territorio sacro. Se questa decisione vi sembra esotica vale la pena ricordare che nell’Antica Grecia esisteva un luogo identico. Era l’isola di Delo nei pressi di Mykonos, arcipelago delle Cicladi: un luogo sacro in cui addirittura non si poteva neanche partorire.
In Italia esistono alcuni comuni in cui ordinanze del primo cittadino hanno istituito l’obbligo a non morire. Nel caso di Falciano del Massico l’ordinanza che risale al 2012 si è necessaria perché il cimitero locale era troppo piccolo ma nel caso di Sellia in Calabria l’ordinanza è stata emanata dal sindaco per incentivare in un certo senso gli anziani abitanti del suo paese a prendersi cura di sé e infatti è stata istituita una multa di 10 euro all’anno per tutti gli ultrasessantacinquenni che non si sottopongono a controlli regolari dal medico.
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