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Alimentazione

Morto dopo aver mangiato un’anguria: come è stato possibile – VIDEO

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L’anguria è tra gli spuntini estivi più ricercati e sicuramente fa bene: ma il caso di un atleta morto dopo averne mangiata una fa discutere.

Anguria contaminata, di cosa si tratta (Pixabay) – Ecoo.it

Un atleta, un campione di MMA, viene ritrovato morto in casa e la responsabilità viene data a un’anguria che avrebbe mangiato insieme alla moglie, a sua volta ricoverata. Ma davvero è possibile morire dopo aver mangiato un’anguria? I fatti risalgono allo scorso 30 ottobre 2022: l’atleta in questione è il 33enne russo Alexander Pisarev e a ritrovarlo privo di vita è stato suo padre. La morte del russo ha portato a diverse speculazioni sul consumo del frutto contaminato, che avrebbe condiviso con sua moglie, a sua volta ricoverata in ospedale. Cosa c’è di vero in questa notizia?

Veramente uno sportivo è morto dopo aver mangiato un’anguria?

La famiglia di Pisarev ha sottolineato che l’atleta godeva di buona salute e non soffriva di malattie croniche, ma i risultati attesi dell’autopsia, che avrebbe fatto luce sulle cause del decesso, non sono mai arrivati. In ogni caso, per gli esperti ci sarebbero pochi dubbi su questa anomala intossicazione alimentare.

L’anguria può andare a male (Pixabay) – Ecoo.it

Dobbiamo subito chiarire e dire la verità: l’anguria è un frutto del quale in estate non si può fare a meno e i suoi benefici sono sotto gli occhi di tutti. Molto si è anche discusso se possano essere o meno i semi dell’anguria a fare male alla salute. Facciamo un po’ di chiarezza, ricordandovi come sempre che il nostro non è un portale scientifico e in caso di sospetta intossicazione non bisogna mai affidarsi alle notizie che si trovano in Rete, ma occorre rivolgersi a uno specialista, andando in ospedale o chiamando i soccorsi a casa.

Sfortunatamente, le angurie possono anche andare a male se non li conservi in un luogo fresco e asciutto. Il primo campanello d’allarme – in questi casi – è l’odore acre del frutto: l’odore sgradevole che deriva anche soltanto dall’annusare un’anguria cattiva non è qualcosa che si sopporta facilmente. Per fortuna, al contrario, è abbastanza facile determinare se un’anguria è marcia e forse è meglio non provarci nemmeno a mangiarla.

Come riconoscere un’anguria che è andata a male?

Partendo dal presupposto che ancora oggi non è stato possibile stabilire se Pisarev sia davvero morto a causa dell’anguria andata a male, cerchiamo di capire alcuni degli elementi che ci descrivono come non commestibile questo frutto. Innanzitutto, se la polpa vira all’arancione o al giallo, significa che non abbiamo di fronte un prodotto fresco. Si tratta dell’indicatore più immediatamente riconoscibile per rendersi conto se l’anguria è un prodotto buono da consumare. Addirittura il tatto ci fa capire se il prodotto è fresco: l’anguria fresca dovrebbe essere morbida e succosa sulla pelle, se è ruvida è sintomatico di un prodotto che non è più di primissima scelta.

Bisogna poi sapere che il forte odore che indica che il prodotto possa essere andato a male, è causato dall’etilene chimico presente nel frutto quando matura. Se noti delle macchie che sembrano muffe sull’anguria, potrebbe essere un segno che sta iniziando a diventare marrone, allo stesso tempo se si nota che l’interno sia diventato morbido e pastoso. Mangiare un’anguria che sta andando a male può provocare la comparsa di macchie verdi o marroni sul viso. Si può anche contrarre la sclerodermia, che è una malattia della pelle che colpisce i tessuti connettivi della stessa.

Il modo più efficace per stabilire la qualità di un’anguria è guardare la superficie esterna del guscio per indicazioni di muffe o altri organismi fungini: al supermercato, infine, scegli quella che ti appare più pesante, compatta e dolce. In ogni caso, potete stare sereni: il rischio di una gravissima intossicazione che porti anche alla morte è una condizione davvero molto, ma molto rara. La morte per aver ingerito anguria può essere legata piuttosto a reazioni allergiche o intolleranze individuali, classificate comunque come rarissime, oppure a una congestione, se magari si mangia l’anguria dopo una corsa, prendendo il frutto molto freddo dal frigo. Infine, ci possono essere casi di contaminazione alimentare del frutto.

Gabriele Mastroleo

Da sempre attento alle tematiche ambientali, collaboro con organizzazioni e associazioni del terzo settore che si occupano sia di questo tema, che di altre importanti tematiche sociali. La mia unica esperienza di politica rappresentativa è stata la candidatura a consigliere comunale con un partito ambientalista.

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