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Morto tragicamente alla processione buddista: l’elefante è letteralmente impazzito

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Durante una tradizionale processione buddista, un elefante è letteralmente impazzito, uccidendo un monaco di 25 anni: i riti creano polemica.

Elefante portato in processione (Pixabay) – Ecoo.it

Gli elefanti sono una parte importante delle processioni e dei festival religiosi buddisti: vengono portati in festa da intere famiglie che li seguono e davvero è impressionante lo spettacolo che offrono e che si rinnova di anno in anno, ormai da secoli. Sia le famiglie benestanti che i monaci dei templi possiedono almeno un elefante, che poi mettono a disposizione in occasioni particolari e conviviali. Un rito che appunto va avanti da secoli, tra tante polemiche e una di queste è legata alla sicurezza, ma non è l’unica.

Elefante perde la testa: monaco morto alla processione buddista, cosa è successo

Souvenir a forma di elefante (Pixabay) – Ecoo.it

Infatti, sono molte le associazioni in tutto il mondo, soprattutto attivisti per i diritti degli animali, che criticano queste forme di processione. Nello specifico viene sottolineato come gli elefanti siano spesso tenuti in condizioni disumane, ricevendo poco cibo, spesso insufficiente per il loro fabbisogno. Viene poi ribadita anche una questione, che è appunto quella che concerne la sicurezza della popolazione: nessuno può davvero essere sicuro che uno dei pachidermi portati in processione non impazzisca e qualche tempo fa è accaduto quanto si poteva immaginare.

Nello Sri Lanka, infatti, un elefante che prendeva parte a una processione buddista ha attaccato un monaco di appena 25 anni, uccidendolo. Erano tre i pachidermi che venivano portati in processione e uno di questi ha appunto perso la testa, in maniera del tutto inaspettata. Lo ha confermato la polizia, attraverso uno dei suoi portavoce e purtroppo – ancora una volta – un rito triviale e oggetto spesso di polemiche si trasforma in tragedia. Il dramma è avvenuto nella città costiera di Kochchikade, che si trova a circa 42 chilometri a nord di Colombo, la capitale cingalese.

Nello Sri Lanka, dati alla mano, ci sono circa seimila esemplari di questi animali, ma gli elefanti sono anche costantemente minacciati dal degrado dell’habitat. Del resto, qui come nel resto del mondo, le violenze nei loro confronti sono all’ordine del giorno. Nello specifico, i contadini dello Sri Lanka, ogni anno, uccidono in media circa 200 di questi pachidermi, al solo scopo di proteggere il loro raccolto.

Privilegi e potere grazie agli elefanti: come combattere queste pratiche?

In ginocchio davanti alla divinità – Ecoo.it

Di fatto, in un secolo, si ritiene che la popolazione di elefanti nel solo Sri Lanka sia passata da 14mila a 6mila esemplari, proprio per il costante attuarsi di pratiche di violenza nei loro confronti. Tendenzialmente ritenuti mansueti, può anche accadere che uno di questi pachidermi dia in escandescenze, seminando il panico tra la popolazione. Come abbiamo visto, può accadere anche che durante uno di questi riti possano avvenire tragedie immani, a cui non si può certamente porre rimedio.

Ma nello Sri Lanka, come abbiamo accennato, bisogna fare i conti anche con la continua violenza che questi animali subirebbero dalle stesse famiglie benestanti, dalle quali vengono adottati. Si parla, in generale, di molti di questi animali che sono malnutriti proprio da chi dovrebbe accudirli. Resta peraltro difficile estirpare una “tradizione” che è purtroppo radicata: in questo Paese del Sud Est asiatico, il possesso di un elefante rappresenta un segno di ricchezza.

Avere un elefante è insomma il principale elemento che evidenzia privilegio e potere, tant’è che il primo “custode” di questi animali è stato a lungo il re. Ancora oggi, sono circa 127 gli elefanti che vengono addomesticati in Sri Lanka al solo scopo di portarli in processione od ostentarli in riti buddisti. Il buddismo è la religione più diffusa, col 70% degli adepti tra la popolazione. Anche Ganesh, divinità importante sia nel buddismo, ma soprattutto nell’induismo, viene rappresentata con le sembianze di un elefante.

Gabriele Mastroleo

Da sempre attento alle tematiche ambientali, collaboro con organizzazioni e associazioni del terzo settore che si occupano sia di questo tema, che di altre importanti tematiche sociali. La mia unica esperienza di politica rappresentativa è stata la candidatura a consigliere comunale con un partito ambientalista.

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