Mosca assassina, nuovo allarme: perché dicono che “mangia gli uomini”

Nuovo sconvolgente allarme che deve destare preoccupazione e far correre ai ripari: la mosca assassina che “mangia gli uomini” è arrivata. 

Una creatura piccola, apparentemente innocua, si nasconde dietro un fenomeno raro e decisamente spaventoso. Si tratta di un parassita capace di insinuarsi nella vita quotidiana, devastando con un processo silenzioso e inesorabile. Non è il frutto di un racconto di fantasia, ma una realtà che oggi torna a far tremare intere comunità. E’ appena scattato l’allarme per un’invasione che sembra quasi un incubo.

Lo scorso 30 dicembre, le autorità sanitarie hanno acceso i riflettori su un caso inquietante: una mucca infettata da larve particolarmente aggressive, note per la loro capacità di divorare carne viva. L’annuncio, rilanciato dai media, ha fatto scattare un campanello d’allarme: “la mosca assassina è tornata”, una minaccia che non si vedeva da decenni.

Mosca assassina, divora la carne viva: l’allarme

Dietro questo nome tanto evocativo quanto temibile, si nasconde la Cochliomyia hominivorax, un parassita noto per le sue devastanti conseguenze. Le sue larve, chiamate anche “mangiauomini”, possono attaccare gli animali, la fauna selvatica e, in casi più rari, persino gli esseri umani. La loro caratteristica più inquietante è che non aspettano la morte dell’ospite: si nutrono direttamente della carne viva, penetrando attraverso ferite o aperture naturali come occhi, narici e bocca.

Ciò che rende questo parassita così pericoloso è il ciclo di vita della femmina della mosca. Attratta dall’odore del sangue e delle ferite, è capace di deporre fino a 300 uova in una sola volta, raggiungendo un totale di circa 3000 uova nel corso della sua esistenza. Una volta schiuse, le larve iniziano a nutrirsi del tessuto dell’ospite, causando infezioni gravi e spesso letali. Bastano pochi giorni perché animali di grandi dimensioni, come bovini adulti, soccombano all’aggressione.

La capacità di queste mosche di percorrere lunghe distanze, unita al trasporto di bestiame infetto, favorisce una diffusione rapida e incontrollata. È per questo che le autorità sono in massima allerta: il rischio di un’invasione non riguarda soltanto il bestiame o la fauna selvatica, ma anche gli animali domestici e le persone.

E’ tornata dopo decenni dalla scomparsa, la mosca assassina

Non è la prima volta che si assiste a una minaccia del genere. Negli anni ’30 e ’40, gli Stati Uniti hanno affrontato un’epidemia simile, con centinaia di migliaia di casi che hanno causato perdite economiche incalcolabili nel settore zootecnico. Fu solo grazie a un piano di sterilizzazione di massa che il parassita venne debellato. Ma ora, decenni dopo, la mosca assassina sembra pronta a tornare, avanzando lentamente verso nord dai Caraibi e dall’America meridionale.

Negli Stati Uniti, il parassita fu eliminato negli anni ’60 grazie a una soluzione innovativa: vennero rilasciati milioni di maschi sterilizzati in natura, impedendo così la riproduzione della specie. L’eradicazione fu un successo e garantì al Paese risparmi annui enormi, evitando perdite economiche devastanti. Ma l’equilibrio creato da questa strategia è fragile e l’allarme recente ne è la dimostrazione.

Le autorità americane hanno continuato per anni a monitorare il confine con i Caraibi, dove il parassita è endemico, rilasciando ancora oggi maschi sterilizzati in regioni chiave come Panama per creare una barriera protettiva. Nonostante questi sforzi, il pericoloso parassita ha ricominciato a diffondersi. Ad esempio, in Costa Rica tra luglio 2023 e agosto 2024, il Paese ha registrato quasi 5000 casi di infezione, colpendo soprattutto bovini, ma anche cani e persino esseri umani. Una giovane donna, già debilitata da altre patologie, ha perso la vita a causa di un’infezione.

Le misure in atto nel tentativo di proteggersi

I numeri sono preoccupanti e riflettono una tendenza inquietante: il parassita non è più confinato alle aree endemiche, ma sta avanzando verso nord. Le autorità temono che, senza interventi rapidi e drastici, gli Stati Uniti possano trovarsi di nuovo a combattere contro questo nemico invisibile. Le autorità veterinarie texane hanno chiesto ai residenti di monitorare attentamente il bestiame, la fauna selvatica e gli animali domestici, prestando attenzione a segni di irritazione, perdita di appetito o odori sgradevoli, simili a carne in decomposizione. I cacciatori, gli escursionisti e chiunque trascorra del tempo all’aperto sono stati invitati a proteggere le ferite e a utilizzare repellenti specifici per prevenire il contatto con la mosca.

Per arginare il problema, si punta anche sulla collaborazione internazionale, invitando i Paesi dell’America centrale a rafforzare le loro misure di controllo. La speranza è che interventi tempestivi possano bloccare l’avanzata del parassita prima che raggiunga aree più popolate.