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Muffe di melma: di loro si sa poco, tranne che siano molto “intelligenti”

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Le muffe di melma sono degli organismi unicellulari presenti nei boschi e nelle foreste punto hanno delle capacità incredibili per organismi senza cervello

muffe di melma esperimento
Muffa (Foto da Canva) – Ecoo.it

Quando si sente parlare di muffe istintivamente si trova un senso di disgusto. Perché la muffa è associata a sporcizia, spore, infezioni. Non solo, la muffa dentro casa dà un senso di sporco, e può anche provocare delle affezioni respiratorie di tipo allergico. Se ci si ragiona un po’ più profondamente, ci si rende conto che alcune muffe sono utilizzate anche a scopi alimentari. Come le forme batteriche che contribuiscono a formare il prezioso formaggio gorgonzola, o la muffa nobile degli acini che trasforma un vino semplice in un vino davvero speciale e costoso.

Dunque non tutte le muffe sono da allontanare, fondamentalmente non sono altro che delle produzioni batteriche che possono anche assolvere determinate utili funzioni. Quelle che si trovano nei boschi in realtà sono delle muffe non muffe, dato che sono molto più simili ad un’ameba.

Le muffe melma dei boschi

Muffa (Foto da Canva) – Ecoo.it

Come accennato in precedenza, le muffe melma sono molto più simili a degli esseri unicellulari marini piuttosto che alla classica idea che sia di muffa. Una specie in particolare è simile ad un’alga colorata e gialla. Il nome scientifico è physarum polycephalum. Le muffe, in quanto prive di cervello, sono degli organismi unicellulari piuttosto misteriosi, come anche gli altri presenti negli oceani. Nonostante ciò, sul tipo di muffa precedentemente descritta, gli scienziati hanno messo a punto degli studi specifici. Ed una cosa davvero interessante l’hanno scoperta.

la scoperta degli scienziati

Muffa (Foto da Canva) – Ecoo.it

Nonostante l’assenza di cervello, e quindi di ricettori neuronici, questa muffa di melma gialla ha la capacità di reitirare dei comportamenti per cercare del cibo. L’istinto di sopravvivenza a quanto pare è più forte di tutto il resto. La ricerca è stata portata avanti inserendo questo esemplare all’interno di un labirinto, e notando che allungava i tentacoli nella giusta direzione per individuare e raccogliere il cibo. Oltretutto, ripetendo l’esperimento, gli scienziati hanno notato che l’organismo ricordava qual era la strada più breve per raggiungere il suo sostentamento, ed anche l’esatta posizione in cui si trovava. Senza sistema nervoso, non è ancora chiaro in che modo riesca ad attivare questi sensi.

Giulia Borraccino

Sono nata e cresciuta a Roma. Laureata in Comunicazione con specializzazione in semiotica testuale, nel tempo mi sono appassionata all'approfondimento dei temi ambientalisti ed al giornalismo d'inchiesta. Amo l'arte in tutte le sue sfaccettature.

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