Scindere le particelle di acqua contenute in sudore e urine, questa la scoperta della NASA che potrebbe forse porre rimedio alla scarsità delle risorse idriche naturali.
L’emergenza siccità sta facendo sentire il suo impatto devastante in tutto il mondo, sollevando un campanello d’allarme su quella che è ormai certo sia una minaccia alla sopravvivenza di intere popolazioni. Il pianeta sta esaurendo le sue riserve di acqua, e questa, essenziale per ogni aspetto della vita, sta diventando un bene sempre più scarso. Questa crisi non risparmia nessuna nazione, e nel prossimo futuro, sempre più paesi si troveranno a fronteggiare le gravi e complesse conseguenze legate alla siccità e alla carenza di acqua.
Conseguenze che avranno un impatto importante soprattutto sull’agricoltura e su numerosi processi industriali che oggi necessitano di grandi quantità di acque per sostenere i processi produttivi. A risolvere questo problema però potrebbe pensarci la NASA che sta elaborando un nuovo studio su come ricavare acqua da urina e sudore.
L’acqua, una risorsa una volta considerata inesauribile, sta rapidamente esaurendo le sue riserve. I cambiamenti climatici hanno intensificato i modelli di siccità, portando a periodi prolungati di precipitazioni insufficienti e temperature elevate. Senza acqua potabile adeguata, aumentano i rischi di malattie e si compromette la salute di intere comunità. Gli ecosistemi d’acqua dolce, dalle fonti ai fiumi ai laghi, soffrono a loro volta, mettendo in pericolo la biodiversità e l’equilibrio degli habitat naturali.
Per scongiurare questo scenario sempre più verosimile, la NASA sta esplorando nuove frontiere per ricavare acqua dalle urine e sudore degli astronauti, intraprendendo sperimentazioni per il recupero e la produzione di acqua direttamente dal corpo umano. Questo approccio sicuramente straordinario e all’avanguardia viene testato sugli astronauti presenti nella stazione spaziale, dove la necessità di acqua si fa davvero sentire, dato l’ambiente estremo e privo di fonti naturali di acqua.
Ottenere acqua pulita da sudore e urina non è affatto complicato. Tutto avviene grazie al sistema Environmental Control and Life Support System (ECLSS) che ha dimostrato di poter riciclare fino al 98% dell’acqua portata dagli astronauti grazie a sofisticati dispositivi che sfruttano umidità, sudore e urina per produrre acqua potabile. Il processo di recupero dell’acqua coinvolge l’Urine Processor Assembly (UPA), separando l’acqua dall’urina attraverso distillazione sotto vuoto, generando acqua potabile e una soluzione salina. Il Brine Processor Assembly (BPA) successivo tratta la soluzione salina con aria calda per generare acqua e umidità, essenziali per il processo di riciclo. Il Water Processor Assembly filtra i liquidi residui, mentre un reattore catalitico decompone contaminanti. Infine, l’acqua trattata viene arricchita con iodio per prevenire la crescita di microrganismi. Un processo che seppur complesso, può essere d’ispirazione per poter creare un sistema per produrre acqua in territori aridi come l’Africa ed altre regioni remote dove è difficile trovare fonti di acqua dolce naturali.
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