Un’azienda sta per avviare il primo impianto modulare di ammoniaca verde al mondo: si tratta di un’innovazione storica.
Una nuova importante innovazione nel campo della produzione sostenibile di fertilizzanti sta prendendo piede proprio in queste ore. Il passo storico, destinato a cambiare molte cose sia nei processi produttivi che nell’importazione di fertilizzanti da paesi lontani, viene compiuto in Kenya, da un’azienda che si trova nei pressi di Nairobi.
L’ammoniaca è un composto chimico di vitale importanza per la società moderna e come molti sanno il suo utilizzo principale è nella produzione di fertilizzanti agricoli, ma trova impiego anche nella fabbricazione di plastiche, fibre sintetiche, farmaci e fluidi refrigeranti. Fino a oggi, uno degli ostacoli è rappresentato dai suoi costi: produrre una tonnellata di ammoniaca verde, secondo alcuni studi, costerebbe 900 dollari per tonnellata.
Ma l’ammoniaca verde rappresenta un nuovo metodo sostenibile per ridurre le emissioni complessive di carbonio: questo perché l’idrogeno necessario per la sua produzione è ottenuto attraverso l’elettrolisi dell’acqua, quindi da fonti rinnovabili. Non ci sono dubbi, dunque, che si tratti di energia pulita.
L’ostacolo economico, che comunque è significativo, può essere dunque superato se si pensa che la produzione di “green ammonia” potrebbe rappresentare un passo avanti davvero molto importante nella direzione di un futuro più sostenibile. Saranno dunque indispensabili negli anni a venire degli investimenti per ridurre i costi di produzione.
L’ammoniaca verde, per tante ragioni fin qui elencate, rappresenta dunque un passo storico verso un’industria chimica più ecologica e sostenibile per le generazioni future, in un periodo storico in cui l’innovazione e le soluzioni alternative vengono considerate sempre più prioritarie.
Nonostante sia tossica, l’ammoniaca è meno infiammabile dell’idrogeno, rendendola ideale per lo stoccaggio su larga scala a lungo termine di energie rinnovabili. Già diversi impianti sperimentali di questo combustibile esistono in diverse parti del mondo e altri ne verranno aperti.
Stando a quando sostiene un rapporto dell’Agenzia internazionale per l’energia, i carburanti a base di idrogeno, tra cui vi è appunto anche l’ammoniaca verde, dovrebbero rappresentare il 30% dei carburanti per i trasporti entro il 2050. L’obiettivo di raggiungere zero emissioni di carbonio passa anche per lo sviluppo di progetti come questo.
Nel frattempo, in Kenya viene compiuto un passo importante nella direzione della sostenibilità ambientale, con questo primo impianto alimentato ad ammoniaca verde prodotta in loco: in base a quanto afferma Hiro Iwanaga, fondatore di Talus, la società statunitense capofila in questa iniziativa, questa tecnologia rivoluzionaria consente la produzione locale di una materia prima essenziale per l’agricoltura.
Soprattutto, lo fa eliminando nello stesso tempo le emissioni di carbonio, necessarie alla tradizionale produzione e trasporto di ammoniaca. La Talus, con questo impianto realizzato in loco, fornirà la Kenya Nut Co., un’azienda impegnata nella coltivazione di diverse colture.
L’obiettivo è produrre fino a 200 tonnellate di fertilizzante al giorno, per soddisfare il 95% del fabbisogno della Kenya Nut Co. Si tratta di un progetto capofila di altri che ha già in cantiere Talus: l’azienda di rinnovabili vuole infatti “esportare” questa tecnologia rivoluzionaria anche in altre località dell’Africa e degli Stati Uniti.
Ci sarebbe già un accordo per la realizzazione di un simile impianto presso la Landus Cooperative con sede in Iowa, anche essa legata al mondo dell’agricoltura, ma non finirà certamente qui. Talus cerca anche accordi nell’ambito dell’industria mineraria e sembra intenzionata ad affrontare le sfide legate all’approvvigionamento, all’insicurezza e all’impatto ambientale.
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