Altro che sostenibilità. Anche questo Natale 2024 si conferma tra i più cari: le cifre spese da ogni famiglia sono esorbitanti.
È un periodo magico, ma anche estremamente potente sotto un altro aspetto, quello economico. Il Natale, per molti simbolo di tradizione e affetti, è anche un fenomeno che smuove cifre impressionanti, capaci di influenzare in modo significativo il sistema produttivo e finanziario del Paese. Uno studio di OpenEconomics, basato sui dati forniti da Confartigianato, ha svelato dettagli sorprendenti su quanto questa festività sia in grado di incidere sul bilancio nazionale.
Oltre 24,4 miliardi di euro vengono spesi dagli italiani in questo periodo, destinati principalmente a regali, cibo e altri acquisti legati alle celebrazioni natalizie. Questo dato, già di per sé significativo, si riflette in un impatto complessivo sul Pil di oltre 52 miliardi di euro, una cifra che rappresenta circa il 3% dell’intero prodotto interno lordo italiano. Il Natale non è quindi solo una festività, ma un vero motore economico.
Dicembre è il mese che registra il picco delle vendite al dettaglio, con un incremento del 28,3% rispetto alla media annuale. Il settore alimentare segna una crescita del 20,4%, mentre quello dei beni non alimentari, che include tutto ciò che riguarda i regali, esplode con un aumento del 34,8%. Gli italiani dedicano circa 15,9 miliardi di euro al cibo, mentre i restanti 9 miliardi finiscono in abbigliamento, accessori, mobili, articoli per la casa, libri, giocattoli e oggetti preziosi. È evidente che la tradizione del regalo natalizio rappresenti una parte fondamentale di questa spesa.
La distribuzione di questa spesa varia notevolmente lungo la Penisola. Le città più grandi e ricche guidano la classifica, con Roma in cima alla lista grazie a una spesa prevista di 1,8 miliardi di euro, seguita da Milano con 1,5 miliardi, e poi Napoli e Torino, entrambe attestate intorno al miliardo. Nelle province più piccole o con livelli di reddito mediamente inferiori, come Isernia, Vibo Valentia, Aosta e Crotone, i numeri scendono drasticamente, rispettivamente a 32 milioni, 57 milioni, 58 milioni e 62 milioni.
Questi dati non raccontano solo di abitudini di consumo, ma anche di un’Italia dalle tante sfumature. Le differenze territoriali rispecchiano una varietà di condizioni economiche che influenzano il modo in cui il Natale viene vissuto e celebrato.
Oltre ai numeri relativi alle spese, il periodo natalizio ha un impatto significativo anche sul mondo del lavoro. Le festività generano circa 608mila unità di lavoro a tempo pieno. Questo significa che molte persone trovano occupazione grazie all’incremento della domanda in settori chiave come il commercio, la logistica e la produzione.
Non meno importante è il beneficio per le famiglie italiane. La spesa natalizia contribuisce a incrementare i redditi, con un totale che sfiora i 49,5 miliardi di euro. Questo dato sottolinea quanto il Natale sia un momento di redistribuzione economica che coinvolge milioni di persone.
Infine, anche lo Stato trova modo di festeggiare. Grazie alle tasse generate dalla spesa, le entrate fiscali aumentano di 15,6 miliardi di euro, una cifra che conferma il ruolo del Natale come evento cruciale per le casse pubbliche.
Il Natale, con le sue luci e i suoi riti, è molto più di una semplice celebrazione. È un evento che intreccia tradizione e modernità, emozioni e numeri. Ogni regalo scelto con cura, ogni cenone preparato con amore e ogni decorazione appesa contribuiscono a sostenere un sistema economico complesso, fatto di persone, imprese e istituzioni.
Dietro il sorriso di chi scarta un pacchetto o l’allegria di un brindisi in famiglia, c’è un intreccio di dinamiche economiche che rende il Natale un momento unico, capace di generare benessere e movimento per l’intero Paese. Il suo valore non si limita alle emozioni, ma si riflette in modo tangibile sulla vita quotidiana e sull’economia nazionale. A ricevere un impatto meno positivo è tuttavia l’ambiente: le festività di dicembre si classificano ancora una volta tra gli eventi più inquinanti.
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