Nei: quando subentra il rischio di un tumore

Tutti gli esseri umani – alcuni di più, altri di meno – hanno i nei. Si tratta di tumori benigni dell’epidermide che assumono le sembianze di piccole masse cutanee tondeggianti di colore scuro (in genere marrone), piatte (“macule”) o con un piccolo rilievo (“papule”). Il fattore ereditario e l’esposizione al sole giocano un ruolo importante nella loro comparsa (che si sviluppa durante tutto l’arco della vita).

La maggior parte delle persone ha tra i 30 e 40 nei; il 15% dei caucasici ne ha più di 100. In alcuni casi è necessario prestare particolare attenzione: alcuni di essi potrebbero trasformarsi in melanomi cutanei, di fatto delle neoplasie. Questa è la ragione per cui è importante conoscere – e distinguere – le caratteristiche “tipiche” di un neo benigno e di uno sospetto, nonché esaminare a fondo e con costanza tutti quelli che costellano il proprio corpo.

Distinguere un neo da un melanoma

Neo benigni melanomi riconoscere
É fondamentale una visita dermatologica per fugare ogni dubbio (Pexels)

Sono due le regole auree che possono aiutare a monitorare la situazione dei propri nei e a distinguere i buoni dai cattivi (ovviamente in linea di massima, poiché è in ogni caso fondamentale – come si specificherà nelle righe successive – una visita dermatologica per fugare ogni dubbio).

Ricordare l’alfabeto non è mai stato più vitale: è infatti molto utile memorizzare la regola dell’ “ABCDE”:

A di asimmetria: la maggior parte dei melanomi sono asimmetrici. Di fatto, la forma di una metà non è sovrapponibile all’altra;

B di bordi: di solito non sono ben definiti o risultano comunque irregolari;

C di colore: la presenza di colorazioni differenti è un segnale di avvertimento. I nevi benigni in genere presentano una tonalità omogenea e uniforme; un melanoma può averne invece: in alcuni casi si mescolano al bianco, al grigio, al blu e al rosso.

D di diametro: i melanomi sono statisticamente contraddistinti da un diametro superiore ai 6 mm.

E di evoluzione: qualsiasi cambiamento (in particolare quelli di dimensione, di forma e di colore, nonché fenomeni quali il sanguinamento, il prurito o la formazione di croste, sono un elemento da non sottovalutare).

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In ogni caso gli esperti consigliano di consultare uno specialista e sottoporsi a una visita dermatologica se il proprio neo presenta almeno due di queste cinque caratteristiche sui generis.

Altra valida indicazione, è memorizzare la regola del “diverso”: un neo maligno ha un aspetto abbastanza diverso dagli altri che “comunemente” siamo abituati a osservare. Si badi bene, non si deve subito cadere nel panico: potrebbe trattarsi semplicemente di nevi atipici, dall’aspetto insolito ma non displastici.

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Quelli appartenenti a questa categoria, sebbene benigni, potrebbero (condizionale d’obbligo) essere un fattore di rischio per lo sviluppo del melanoma (soprattutto se associati al fattore ereditario): in alcuni casi può insorgere in associazione a essi (le persone che ne hanno più di 10, corrono dodici volte più a rischio). La presenza di numerosi nevi atipici giustifica un esame dermatologico e il rispetto delle regole di fotoprotezione, l’insieme degli atteggiamenti preventivi nei confronti degli effetti negativi che i raggi ultravioletti hanno sulla pelle.

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