All’interno della Manovra per il 2023 è stato inserito, all’ultimo momento, un emendamento che nella pratica apre la caccia alla fauna selvatica anche in pieno centro città: ecco di che cosa si parla
Da parte della Commissione Bilancio della Camera è arrivata l’approvazione di una serie di emendamenti alla Legge di Bilancio che deve essere licenziata in toto prima della fine dell’anno per evitare l’esercizio provvisorio. Ma all’interno di questo emendamento c’è una parte che sta lasciando di sasso non solo molte associazioni ambientaliste ma buona parte dell’opinione pubblica.
L’emendamento, infatti, si pone come modifica all’articolo 19 della legge 157 del 1992, ovvero la Legge Nazionale sulla caccia. La modifica vuole introdurre la possibilità che le Regioni e le province possano aprire la caccia anche in pieno centro città, nei parchi nazionali e nelle aree protette.
Non si può negare che la convivenza tra l’uomo e le altre specie animali diventa sempre più complicata. È facile rintracciare sui social, per esempio, i video delle famiglie di cinghiali che razzolano libere in alcune zone di Roma. Ma pensare che la soluzione possa essere dare alle Regioni la facoltà di organizzare battute di caccia anche nelle aree protette, nei parchi cittadini, per contenere le popolazioni di animali ritenuti pericolosi significa fare un netto passo indietro nella tutela dell’ambiente dopo che la stessa tutela ambientale era invece entrata di diritto all’interno della Costituzione italiana ed esporre i cittadini al pericolo.
Nella proposta di modifica si legge che lo scopo di queste aperture fuori stagione è quello relativo alla “tutela della biodiversità, per la migliore gestione del patrimonio zootecnico, per la tutela del suolo, per motivi sanitari, per la selezione biologica, per la tutela del patrimonio storico-artistico, per la tutela delle produzioni zoo-agro-forestali ed ittiche e per la tutela della pubblica incolumità e della sicurezza stradale”. Gli animali abbattuti potranno anche essere consumati, dopo gli opportuni controlli delle Asl.
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Tutte le associazioni ambientaliste sono ora letteralmente sul piede di guerra per cercare di fermare in ogni modo quello che, per esempio Lav con un post su Facebook definisce “un atto scellerato che mette a rischio animali e cittadini e che va contro articolo 9 Costituzione”. Anche l’Organizzazione Internazionale Protezione degli Animali, attraverso le parole del presidente Massimo Comparotto, ribadisce l’insensatezza di questo emendamento portando anche l’attenzione sui rischi per gli stessi cacciatori e per chi si trova nelle zone in cui verranno organizzate queste battute di caccia contenitive. Sempre Comparotto ha dichiarato di aver già preparato una segnalazione alla Corte di Giustizia Ambientale Europea, dato che l’emendamento andrebbe a toccare una legge nazionale sulla caccia.
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